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giovedì 1 dicembre 2011

Finalmente è dicembre!

Era già da diverso tempo che pensavo di scrivere qualcosa il primo del mese, diciamo, per celebrare il momento. Beh... Oggi è il primo di dicembre e... guardi fuori e... ecco, pensi che... non si direbbe.

Non so cosa ci trovavo di tanto magico in questo mese da piccola, in passato lo vivevo con un'euforia unica. Oh beh, dicembre è sempre stato il mio mese. Non toccatemi dicembre, che c'è la neve, c'è Natale, c'è il mio compleanno e ci sono le vacanze. C'è tanto tempo da passare in famiglia e con gli amici, e le canzoni da cantare, e i regali da scambiare, e affetto ovunque ti giri. Ma non è solo questo. Una volta c'era atmosfera. Non so nemmeno di cosa. In casa, fuori, nell'aria tutto intorno... c'era qualcosa. Forse c'è ancora. Prima lo sentivo. Ora non più.
Non dipende dalla classica scenetta da cartolina, del tipo neve + luci colorate + alberi di Natale e cose così, come potrei descriverlo... è un qualcosa, un'atmosfera, che nel momento in cui la percepisci, ti penetra dentro l'anima e riesci in qualche modo a trasmetterla agli altri. Per i bambini è facile. Da piccoli si prende sul serio qualunque cosa. Che ne sai del mondo, qui nella tua classe di scuola elementare, piena di cartelloni e decorazioni, dove stai coi tuoi compagni a cantare una canzone natalizia, mentre fuori fa tanto freddo? In questo momento, sai solo che è un mondo molto colorato, caldo, comodo e pieno di musica. Il tuo sorriso avrà tutti i colori del mondo, il tuo cuore scalderà quelli altrui, la tua voce invoglierà chiunque a cantare per cantare, perché è divertente, e basterà guardarti per pensare "E' dicembre. E' quasi Natale. Che bello".

Dicembre è essere avvolti da lana. I cioccolatini del calendario dell'avvento. Abbracci che sciolgono il cuore. Lame di freddo e occhi che lacrimano. Riallacciare i contatti con tutti i parenti, vicini e lontani. La prima neve dell'anno (si spera. Non dico che vivo per arrivare a dicembre e vedere la neve, ma mi ci avvicino molto. Quindi, per favore, NEVICA). Lenzuola di flanella e piumoni imbottiti. Tutto questo più quel quid che non so descrivere. E probabilmente non so nemmeno più recepire.

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