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sabato 31 dicembre 2011

Sii più sincera con te stessa e con il mondo.

Guarda che il mondo ti ha dato tanto, dimenticare questa cosa e dare tutto per scontato è l'atto di ingratitudine più grande che tu possa commettere. I sentimenti sono sensazioni fragili che mutano anche dalla sera alla mattina, questo è vero, però non puoi pretendere una continua conferma dagli altri. Non pensare di essere sola se le persone non ti dimostrano il proprio affetto. Magari sono lì ad aspettare che sia tu a dimostrare il tuo.
Non è una novità che basti una parola per ferire una persona, rovinarle la giornata o salvarla dal suicidio.  Però tu esageri. Ti lasci ferire da un semplice commento o opinione. Lasci che uno scherzo faccia cadere in slavine i tuoi pensieri aerostatici. Il mondo è lì, pronto ad aiutarti a rialzarti se cadi, tu cadi e cosa dici? Che il mondo è contro di te. Non fai distinzioni, dimentichi chi ti vuole bene, ti piangi addosso quando potresti semplicemente chiedere aiuto, dimostrare di essere umana. Ricordi com'è bello sentirsi utili quando si ha la possibilità di aiutare una persona che ti è cara? Non pensi che ai tuoi amici farebbe piacere provare questa sensazione per l'aver aiutato te?
E ringrazia che ora ne hai, di amici. Come avresti fatto fino a 365 giorni fa? A chi avresti parlato? A chi avresti chiesto aiuto? Odiavi tutti e pensavi che tutti ti odiassero. Certo, ti serviva solo un po' di tempo per trovare l'attuale te stessa e la tua sfera di amici, ma non dimenticare mai quanto hai sofferto del fatto di non avere alcun punto di riferimento. Non dimenticarti mai le lacrime che hai versato sul cuscino per questo problema. Non dimenticare mai che una volta non eri assolutamente nessuno, ricordatene sempre e ringrazia cento e cento volte chiunque ti abbia aiutata quando avevi bisogno ma non volevi dirlo.
Hai praticamente il mondo in mano, e ti butti via per una sciocchezza. Non è giusto e lo sai. C'è chi è messo mille volte peggio di te e non si lamenta mai. Arrivi tu e fai una tragedia greca per l'astrazione più totale e improvvisata che ti capita in mente. Non vuoi che per te arrivi il momento in cui valga veramente la pena fare una tragedia greca. Però devi lo stesso fare scena e questa cosa non è giusta.

Quindi, per adesso taci, che non è successo niente, il mondo gira, tu sei tu e hai gente meravigliosa intorno.

giovedì 29 dicembre 2011

Bilancio di fine anno.

Mmm. Ci tenevo a scrivere qualcosa per celebrare la fine di quest'anno, avevo anche parecchie idee, ma quando ho cliccato su "nuovo post" una spugna mentale imbevuta di acqua mentale ha cancellato tutti gli appunti mentali sulla mia lavagna mentale. Ehm.
Progettavo di scrivere di un'ottima annata, l'anno in cui avevo trovato i miei veri amici, l'amore, un posto nel mondo, una reputazione e il mio quindicesimo compleanno, quando un servizio al telegiornale sull'anno passato mi ha fatto tornare in mente tutte le cose tremende che sono successe (ne vogliamo parlare? Tra la crisi e tutte le guerriglie/proteste pacifiche/casini vari che sono successi e stanno succedendo in Oriente, per non parlare poi di tutti gli scandali di cui si è coperto il precedente governo... Avrei potuto scrivere un trattato solo su questo ._.). E quindi... e quindi, per farla breve, mi sono sentita profondamente idiota e radicalmente superficiale (ma la mia vena poetica esiste ancora, essendo io capace di accostare due concetti così opposti come la superficie e le radici). No, sul serio. Io che pensavo di scrivere qualcosa tipo "Oh sì, il 2011 è stato un anno decisamente meraviglioso! Mi ha dato tutto, tutto ciò di cui avevo bisogno. Sono partita che ero uno zero, sono arrivata ad essere me stessa" e via dicendo. Il servizio al tg invece mi suggeriva qualcosa del tipo "Quest'anno è stato grande. Terribile. Catastrofico, ma siamo riusciti ad arrivare alla fine".

Insomma, il modo in cui ho vissuto quest'anno come individuo è diametralmente opposto a come l'ha vissuto il mondo. Ci sono rimasta malissimo. Però, scusate per la superficialità, l'egocentrismo e il narcisismo del mio essere, ma se dovessi parlare di quest'anno adottando un punto di vista specifico, parlerei di come l'ho vissuto io. Paradossale.
Indignata per ciò che succedeva, lo sono sempre stata, almeno sul momento, eppure dopo una settimana avevo già dimenticato tutto, presa da vicende psicologiche e drammi di varia natura. Politicamente impegnata, ho iniziato ad esserlo proprio quest'anno (no, a dire il vero dal 2010), eppure sono sempre costantemente impegnata in mille e un interesse, così che non mi resta veramente il tempo di coltivare altri aspetti di me. Non che non mi interessino tutti i drammi che vive la gente e tutti gli scandali che ci sono stati eccetera, ma tendo a metterli in secondo piano. Non è una cosa volontaria. Se non avessi niente da fare dalla mattina alla sera e dovessi decidere in che modo dare un senso alla mia vita, mi dedicherei a tematiche sociali e cose simili. Nel momento in cui mi devo giostrare tra liceo, conservatorio, laboratorio teatrale, corso d'inglese e collaborazioni con l'orchestra delle medie, tutto questo passa in secondo piano.

Sono soddisfatta di me per quest'anno. Ma poi, perché si ragiona sempre per anni? Come se il passaggio dal 2011 al 2012 provocasse un qualche cambiamento mistico nell'ordine delle cose, per cui si dovrebbe stravolgere tutto o dovrebbero iniziare ad esserci alti e bassi che prima non c'erano. Le cose iniziano quando devono iniziare, a prescindere dalle nostre empiriche supposizioni (ecco che inizio di nuovo con i miei ragionamenti sul senso delle cose). Anche quel detto, che se fai qualcosa il primo dell'anno continui a farla per tutto l'anno. Non ha senso. E se io prendo e decido che il mio primo dell'anno è il venti di aprile? Decido che quel giorno sto a casa e mi dedico a me stessa, e per tutti i 365 giorni che seguiranno continuerò a fare le stesse cose fatte il 20 aprile. Nessuno in teoria potrebbe dirmi di no.

Beh, basta dissacrare la magia dell'anno nuovo adesso. Credo che andrò a leggermi un libro.
Come si fa a salutare un anno? Penso che questa sia l'ultima volta che scrivo prima del 2012. Quindi se leggete buon anno ^^ penso che questo sia sufficiente.

sabato 24 dicembre 2011

Prima neve.

La neve non poteva venire in un momento migliore di questo.
L'anno scorso è arrivata il 28 novembre. Quest'anno il 28 novembre non faceva neanche tanto freddo. Il giorno prima del mio compleanno c'è stato un cielo bianco candido per tutto il giorno, ma non è caduto un solo fiocco. Il giorno del mio compleanno, invece, c'era un gran sole. Beh, certo, mi sarebbe piaciuto avere un compleanno con la neve... ma pazienza.
Per questa mattina era stata finalmente annunciata, dopo anticipazioni, posticipazioni e ripensamenti (del resto penso che la neve sia uno dei fenomeni meteorologici più difficili da prevedere), la prima nevicata dell'anno. Mi sono svegliata, neanche tanto presto a dir la verità, e la prima cosa che ho fatto è stata sbirciare fuori dagli infissi, per vedere com'era il cielo. Delusione profonda nello scoprire che c'erano numerosi sprazzi di azzurro tra le nuvole, e persino un accenno di sole! Solo che, passte una, due, tre ore (durante le quali i miei hanno fatto la spesa per preparare il cenone di stasera - al quale stanno lavorando mentre io scrivo qui tranquilla in barba allo spirito natalizio - e ci hanno trascinati a casa della zia per una buona oretta), il cielo ha iniziato a farsi via via nuvolo e sempre più bianco, sempre più bianco... Sulla via del ritorno, ha iniziato a venir giù prima pioggia e poi nevischio. Tempo un'ora e si era trasformato in grossi, larghissimi fiocchi bianchi che venivano giù uno sull'altro, coprendo tutto di silenzio freddo. Eccola la nostra neve, in perfetto orario per regalarci un bianco Natale, meglio di quello della canzone, come non se ne vedono da anni e anni. Beh, a dire il vero in queste ultime due-tre ore è venuta giù della gran pioggia. E domani dicono che ci sarà il sole. Beh, per ora la coltre bianca permane e la grigia triste pioggia ha cessato di tediarci.
Domani è Natale. Wow. Wow. Wow. Wow. E ancora wow. Natale con sole e neve, e a differenza dell'anno scorso ho anche dei pacchi da scartare invece dei soliti soldi! E per la prima volta nella mia vita, dovrò agire di soppiatto e consegnare il mio primo regalo alla mamma. Mi sento un elfo :D Sarà divertente aspettare che tutti siano andati a dormire e fare la mia consegna. La sto vivendo come una... non lo so! Sono felice. E sto delirando. E sono anche circondata dal caro vecchio spirito natalizio che non riuscivo a sentire.
Domani sarà un giorno fantastico. Devo fare in modo che lo sia per più persone possibile, a cominciare da me stessa e dai miei.

Colgo l'occasione, se mi state leggendo, per augurarvi di passare la giornata più magica dell'anno. Di non essere soli. Di sentire dentro quel calore che solo la compagnia delle persone che più amate può darvi, vicine o lontane che esse siano. Di essere capaci di amare e di dare disinteressatamente, senza la pretesa di ricevere. Di non lasciare che la tristezza e i pensieri negativi prendano in voi il sopravvento. Di poter sempre contare sui vostri cari, ma anche su voi stessi. Perché il vero spirito del Natale è questo, non la neve, non le luci colorate, non gli addobbi, non i cenoni e nemmeno i regali, è solo questo, e noi non dovremmo abbandonarlo mai, per tutto l'anno.

lunedì 19 dicembre 2011

15

"Un altro anno è passato, senza un lamento, senza un grido levato a vincere d'improvviso un giorno"
[Salvatore Quasimodo]


No vabbè, la mia visione delle cose non è così pessimistica. Aspettavo questo giorno da un mucchio di tempo, e finalmente in questo preciso istante posso dire ufficialmente di avere quindici anni. Che poi da ieri non è cambiato pressoché niente, alla fine. Però ci si sente importanti, almeno in minima parte. C'è sempre almeno una persona che si ricorda del tuo compleanno. Sentirsi fare gli auguri è una cosa fantastica, semplicemente fantastica, punto. Almeno, per me è molto anormale essere trattata bene da tutti, anche solo per un giorno. Che poi, a ben pensarci, tutti i miei compleanni sono sempre stati un mezzo disastro. L'anno scorso ho rischiato la depressione, il giorno del mio compleanno, il che non è affatto una bella cosa. Ma ehi, quindici anni li compi una sola volta nella vita. E se è una giornata buona o cattiva, dipende solo ed esclusivamente da me. E il mondo può anche darsi da fare a farmi deprimere... Ora che ho tolto di mezzo le paranoie che avevo, non sarà facile.
Per ora, godiamoci quel che resta di questa giornata... finalmente a quota 15!!! :D

domenica 18 dicembre 2011

In questo momento c'è solo una cosa che vorrei.

Indovinate che cosa, sapendo che:
  1. il cielo è così bianco che sembra trattato con la candeggina;
  2. fuori è così freddo che prima, mentre tornavo a casa da un open day lungo 3 ore dove ero stata arruolata dalla prof di chimica per fare cromatografie, ho pestato una lastra di ghiaccio senza nemmeno accorgermene;
  3. tutto sommato siamo pur sempre oltre metà dicembre. Sarebbe molto logico se, finalmente...
NEVICASSE. Beh, avrete capito che non penso altro che alla neve, in condizioni simili. La cosa più bella che potrebbe succedere sarebbe svegliarmi domani, guardare fuori dalla finestra e vedere ogni cosa imbiancata. Magari anche venire a sapere che le scuole sono chiuse per maltempo non sarebbe affatto una brutta cosa. La voglio, la neve.
Sono stata stupida, avrei potuto esprimere un desiderio ieri! In pratica è successo che, con un paio di giorni d'anticipo, ho organizzato una seratina con i miei migliori amici per festeggiare il mio compleanno. Dopo la pizza siamo stati in giro un'oretta a fare foto idiote e parlare di niente. A un certo punto eravamo lì a guardare le stelle.
Io: "Oh, guarda, il Piccolo Carro!"
S: "Quale?"
Io: "Quello, vedi? C'è il quadratino con la codina!"
L (che senza occhiali non vede tanto bene): "Ma dove le vedete? Io vedo solo le lucine delle case -"
Swwooooosssshhhh! *un puntino infuocato attraversa la volta celeste nel giro di un quarto di secondo*
S: "..."
L: "... cos'era?"
Io:"... UNA STELLA CADENTE!!! Oh wow non ci creeeedoooo UNA STELLA CADENTEEEE!!!" *inizio a saltare come una pazza intorno a una panchina*

Bene, è giunta l'ora di smettere di delirare e fare qualcosa di concreto. Passo e chiudo!

martedì 13 dicembre 2011

Certe volte mi vado a cacciare in punta di piedi sul filo di un rasoio.

Cosa, questa, che è assolutamente ignobile. Mi fa star male in un modo assurdo l'incertezza, il non sapere assolutamente nulla sul da farsi. Perché quando non so cosa fare, lascio spazio all'istinto, e se lascio spazio all'istinto non penso. Quindi i tre quarti delle cose che faccio sono seguiti da un immediato e amaro pentimento. Come oggi. Tutto quello che ho fatto e detto nelle ultime 24 ore era assolutamente improvvisato. Ho fatto preoccupare mezzo mondo per una mia bega personale e la cosa non va affatto bene. Praticamente è come un circolo vizioso. Sto male già di mio, poi faccio preoccupare le persone che mi stanno intorno, quindi sto ancora peggio perché so che soffrono a causa mia, poi penso di essere veramente un'ingrata schifosa, poi le persone che mi vogliono bene si fanno in quattro per tirarmi su il morale, quindi io mi sento ancora più ingrata, e nel frattempo le paranoie continuano a pulsarmi nella testa senza che io abbia possibilità di liberarmene. Nemmeno se ne parlo. Nemmeno affrontandole, è una cosa di cui in questi due o tre giorni mi sono tristemente resa conto. Restano, punto. Ci dovrò convivere oppure dovrò trovare un altro modo ancora non sperimentato.

Sta di fatto che sono ancora in bilico tra il fare e il non fare una cosa, qualunque cosa. Mi sento murata nella mia insicurezza cronica. I suddetti sentimenti negativi stanno marcendo attualmente in un angolino del mio cuore, e mi stanno dando una noia assurda. Mi sento come se avessi la pelle fatta di cellophane (si scrive così?) e ogni secondo che passa mi sento sempre più greve, inquieta, insicura, a mezz'aria, con le spalle al muro e sul filo di un rasoio contemporaneamente. No, come potete immaginare, non è affatto una sensazione piacevole. Una cosa per ora la so: sono stanca da morire e quindi penso che andrò a letto. Ammesso che io riesca a dormire. Mi creo delle lugubrazioni madornali su delle sciocchezze. Agli occhi di qualcun altro la situazione è facile. Dal mio punto di vista, con tutte le cavolate che ho fatto tra ieri e oggi, diventa sempre più irrecuperabile, a meno che non la si affronti direttamente. E infatti domani risolverò tutto, in qualche modo. Meglio dormire, adesso.

lunedì 12 dicembre 2011

Non mi terrò più niente dentro.

Non posso farcela e del resto non ha assolutamente senso. Le emozioni, le parole, i fatti, i ricordi, da oggi non stazioneranno più dentro di me, non staranno più a marcire, perché nel mio cuore non c'è più spazio per contenerli. Mi lascerò passare attraverso, come si dice facciano i fantasmi. La tristezza mi toccherà e scorrerà via. Io forse ci starò in mezzo, come mi è successo tante altre volte, ma invece di accumulare tutto mi libererò. Sono libera. Potrà cogliermi l'attimo di depressione più profondo e terribile della mia vita. Ma io saprò parlarne agli altri, saprò aiutarmi e farmi aiutare. Non sono sola e adesso lo so. Ho persone intorno a me, arte e capacità dentro di me, e non c'è più spazio per i sentimenti negativi, spiacente.
Però... finché non riesco a chiarire la fonte del mio dolore, sarò una persona orribile. Mi assale il cinismo, in questi frangenti. Sinceramente non so che cosa dovrei fare. Nella mia situazione attuale, potrei essere una persona orribile per le prossime 48 ore, se mi va male. Del resto un fiume che inonda la città non si trattiene: passa e scorre via. Ma dove è passato restano le tracce di una forza devastante. I sentimenti negativi sono piccoli disastri naturali. Ci segnano. E' sciocco pensare di essere intangibili, siamo umani e per questo soggetti ai sentimenti, positivi o negativi che siano. Sono infinitamente sciocca. Però i primi passi avanti li sto facendo. Meglio un fiume in piena di una diga che si rompe. E me ne sono costruite di dighe, negli anni. Capienti, anche resistenti, volendo. Ma non potevano niente contro la forza di tante piccole cose che ogni giorno le andavano a riempire. Esplodere è liberatorio, certo, però ti toglie ogni forza. Non avevo altra via, perché ero sola, ma ora non è così, quindi alle dighe e alle maschere addio, una volta per tutte. So che se mi butterò, ci sarà qualcuno a sorreggermi. So che le mie paure devo affrontarle subito, come so che gli altri mi incoraggeranno a farlo. E so di essere forte. Ci sono voluti anni e anni, centinaia, migliaia di volte in cui soffrivo ma non mi arrendevo, non potevo arrendermi. Volte in cui l'umiliazione mi sommergeva, volte in cui ho dovuto stringere i denti, forse un milione di lacrime, possibile? Ma ogni offesa ricevuta, ogni lacrima versata, ogni sconfitta e ogni giorno di solitudine mi hanno resa forte.

Sono abbastanza forte per non tenermi più niente dentro.

sabato 10 dicembre 2011

La musica ci parla.

So che è un concetto ripetuto, trito e ritrito, ma è un linguaggio. Lessico: 12 parole, i gradi della scala cromatica. Punteggiatura: le pause.
Ma non è solo teoria. Si parte da quello, ma non è solo quello. Come nella lingua parlata. C'è l'alfabeto, ci sono le parole, i punti e le virgole. Ma senza qualcuno che li metta in ordine, restano solo entità astratte che semplicemente non esistono.
La musica è vita. Senza forme di vita, e in particolare senza noi, quella piccola categoria di umani che ama rientrare sotto il nome di "musicisti", che ci scervelliamo per comporre ogni giorno qualcosa di nuovo, ci sarebbe solo silenzio. Ognuno di noi è libero di credere che ci sia un'armonia celeste che vibra nelle pieghe di velluto dell'universo. Io non ci credo poi troppo. La musica è vita e la vita è musica, anche solo un cuore che batte, l'energia che ci circola dentro al ritmo delle nostre emozioni, può essere la forma più intrinseca e primitiva di musica.
Ci parla, la musica, se sappiamo ascoltarla. Non serve necessariamente studiare. Basta tendere l'orecchio, cogliere il senso. Anche nella musica ci sono frasi. Frasi d'amore, frasi tristi, versi che si svolgono piccoli e malinconici in un poema sonoro. Scherzi, fughe, contrappunti. Due linee musicali che si rincorrono. Petali di suono che volano nell'anima. E' astrazione pura. Parla di emozioni. Ognuno ha il proprio rapporto esclusivo e personale con un brano, ognuno è libero di associarlo a un'immagine o a un fatto. Oh, ed è di tutti, la musica, probabilmente è una delle poche cose che appartengono ancora a tutti. Non siamo noi a dover capire lei, ma è lei che capisce noi. Sempre. Non esclude nessuno, non danneggia nessuno, una piccola meravigliosa droga quotidiana, c'è chi dal tunnel della musica non esce più. Perché una volta che sei arrivato a farti scandagliare l'anima nel profondo, lei ti intrappola, o forse tu intrappoli lei dentro il tuo cuore, e lei non uscirà più, mai più, ti scorrerà nelle vene e ti darà la forza per muoverti, anche se non lo vorrai.
La musica vibra. Oscilla. Sembra magia. Si spande nell'aria come un profumo, ma è più viva di un profumo. Tremola intorno veloce, ogni onda sonora come una freccia che ti si pianta dentro. Per questo è magnifica. La cosa più semplice e più complessa del mondo allo stesso tempo. Supera le barriere della comunicazione e di qualunque altro idioma. La si capisce in Africa, come in America, come qui. Parla con noi, e noi parliamo con lei e attraverso di lei, nella lingua più bella del mondo.

mercoledì 7 dicembre 2011

Dolce tortura.

Non saprei definirla in altro modo. Starti vicino è... infinitamente bello. Vorrei che fosse anche abbastanza. Invece no, mi viene voglia di starti ancora più vicino e più siamo vicini più vicini vorrei che fossimo. Come una droga ad effetto istantaneo. E poi arriva quel momento in cui se fossimo più vicini finiremmo per fonderci, ma fonderci non possiamo, e così rimango sospesa tra i tuoi baci e quella sensazione bellissima e terribile, quel non averti abbastanza vicino, e amo da morire starti vicino, ma è come se non mi bastasse. Potrei ubriacarmi, dei tuoi baci e dei tuoi abbracci e del modo in cui mi stringi e io scherzando cerco di scappare. Ad un certo punto il mondo si annulla, non c'è più scuola, non c'è più guardare l'ora per non arrivare in ritardo - in effetti, non c'è neanche più il tempo, chi se ne importa del tempo? Esiste, il tempo, o è solo un'entità inventata da noi strani contorti esseri umani per spiegarci la consequenzialità delle cose? - non c'è più freddo fuori, non c'è più caldo dal termo, ci siamo solo io e te. Non c'è più nemmeno l'aria nei miei polmoni, per un lungo attimo mi illudo di poterne fare a meno. E la voglia di tenerti vicino a me si accumula a dismisura, mi sembra che il cuore mi scoppi e per una frazione di secondo penso "basta, mi sento morire". E' qualcosa di forte, grande, infinito. Eterno. Dicevano, una volta, che l'amore è eterno. Ora guardi in giro e proprio non si direbbe. Ma può essere eterno anche solo un secondo di questa dolce, estremamente dolce tortura.

lunedì 5 dicembre 2011

Voglia immotivata di scrivere qualcosa. Qualunque cosa.

Ho ancora una ventina di minuti da spendere al computer, e ho deciso di passarli a delirare, in mancanza di meglio da fare.
Che strano quando sei pervaso da un sentimento, un qualunque sentimento, e nel giro di 5 minuti il tuo mondo si capovolge da così a così e resti vuoto. Come se dentro di te tutto improvvisamente si fermasse. Niente più inquietudine, ma nemmeno pace. Come se avessi il cuore in bilico sul filo di un rasoio. Un equilibrio perfetto, ma instabile. Non c'è pace nell'instabilità e non c'è inquietudine nell'equilibrio. Potreste contestarmi il fatto che instabilità e inquietudine sono sinonimi, ma si riferiscono a due cose diverse, quindi... oh, beh, il concetto è poi quello.
Mentre scrivo queste boiate, i miei simpatici compagni di classe mi stanno addosso cercando di scrivere boiate ancora più grosse. Rappresentano una fonte di distrazione non indifferente. Oh beh, certo non ho bisogno di loro per sapere che non mi legge quasi nessuno (Marino... diglielo tu chi mi legge!!!). Mica sto qui a scrivere perché leggano tutti. Sarebbe una cosa molto bella, ma non è il mio scopo.
La vendetta e la resa dei conti hanno un sapore molto dolce. Quello che leggete è un testo continuo, ma in realtà tra una frase e l'altra mi spengono il computer, ironizzano sui muffin (storia lunga di cui parlerò) e ovviamente sanno che sto parlando di loro. Non sanno che in fondo in fondo quando ... (mi sono fermata e mi chiedono di continuare, dicendomi che tanto dopo lo andranno a leggere, ma... il post finisce qui).

domenica 4 dicembre 2011

Fine di un bel periodo.

Certo, credevi che tutto fosse a posto, credevi di aver chiuso con tutti i tuoi fottutissimi problemi e le tue maledette paranoie, fino a cinque minuti fa stavi una meraviglia, respiravi la serenità a grandi boccate come si fa con l'aria nelle sere d'estate, MA cos'è successo?

E' successo che sei stupida e curiosa e spinta da ogni forma di buona volontà. E hai letto qualcosa che magari non volevi leggere, e stavolta non è affatto colpa del tuo subconscio, e ti rendi conto improvvisamente che forse soffrivi per una ragione, e il mondo ti crolla addosso in acuminati enormi cristalli di vetro e lacrime ghiacciate. Ti trafigge da parte a parte, il tuo mondo. Ti passa attraverso, traditore bastardo. Ed eccoti lì piegata in due a piangerti addosso, chiedendoti cosa dovresti fare, il cuore contratto come per rimpicciolire la rabbia, la grande rabbia che ti porti dentro e che cresce e muta in forma e aspetto ad ogni secondo. Eccoti pietosamente indossare la solita maschera, che questa volta rischia davvero di andare in frantumi.

E che cosa farai adesso? Dove vai quando hai mille strade intorno e sono tutte sbarrate? Dove vai quando ovunque guardi hai un ostacolo? Dove vai quando addosso e intorno a te grandinano le tue certezze fino ad ora solide? Per quanto tempo starai con la testa fra le mani, senza riuscire a prendere una risoluzione? Per quanto tempo tenterai inutilmente di spiegare agli altri come ti senti e pianificherai modi assurdi e contorti per uscire dalla tua situazione?

Parlerai? Scaverai dentro il tuo dolore oppure seppellirai l'ennesimo di una lunga serie di strati, che ormai hanno formato una patina impenetrabile di malessere generale sulla tua anima? Continuare così, non puoi. Sai che ti stai autodistruggendo, e che, se non reagisci, bene non andrà certo a finire.

Ma ora esci dalla tua spirale di lugubrazioni deprimenti. Rimanda a domani, non potendo fare nulla per risolvere il problema oggi. Scuoti la polvere e tirati su. Prendi il fiato e ricomincia la salita, che non si muore per gelosia.

venerdì 2 dicembre 2011

Training autogeno.

Beh... Ok. So che avevo detto basta con questa storia, so che non mi capitava da tanto tempo, ma oggi è ricapitato e io ci sono cascata ancora. Lei è troppo. Non riesco nemmeno quasi a vederla che vengo assalita da istinti omicidi.
Ora basta con questa farsa. Non sei gelosa, e lo sai!
Ascolta, mi è bastato trovarmi con loro per dieci secondi netti per sentirmi una nullità. Come lo chiami questo?
Paranoia. Anzi, no. Voglia di far pietà agli altri. Ti credi una persona piacevole, lì ferma come un'ismita e con quel broncio lungo trenta chilometri?
Sono circondata da persone che mi vogliono bene. Qualcuno se ne accorgerà e...
NO. Se tu stai lì ferma, come puoi pretendere che qualcuno ti veda? Appena incroci un qualunque sguardo metti su la maschera felice e sorridente. Dove vuoi arrivare? Ti fai del male da sola, rimuginando mille e mille volte gli stessi pensieri malati, e credi che da fuori sia visibilissimo, ma non lo è, fattene una ragione.
Dicono che i veri amici capiscono che non stai bene anche solo guardandoti, anche se fingi.
Simili cose non accadono sulla terra. Chi è che l'ha detto, poi? Dove sta scritto? Probabilmente in qualche trattato smielato sull'amicizia elevata a ragione di vita, che magari, e dico magari, è stato scritto da uno che l'amicizia non l'ha vista neanche da lontano. La verità è che tu per prima devi essere disponibile ad aprirti.
E questo è vero, ma stiamo divagando. Non riesco a capire il motivo di questa malinconia generale che mi sento addosso.
Beh, sai cosa? La gelosia è una scusa bella e buona, sei nervosa perché sei un'adolescente con degli sbalzi ormonali e un subconscio pazzo, non dare la colpa a quella ragazza, povera anche lei, che ha il solo torto di avere un amico. Tu che straparli di amicizia, dovresti comprendere, no? E sei anche piena di amici maschi.
Ma è diverso! A lui non importa un fico secco dei miei amici maschi!
E perché, scusa, tu hai degli amici maschi per il solo scopo di farlo ingelosire...?
Certo che no, però non trovo giusto che lui sia praticamente impassibile, mentre io rischio di fare una strage ogni volta che rivolge la parola a qualcuna!
Ma tu parli a lui del fatto che sei gelosa? Diglielo, scusa.
Ma anche NO, perché dovrei?! Non ha senso!
Siamo alle solite. E' una cosa che ti fa stare male, quindi dovresti parlargliene. Se non ti apri a lui, come pretendi di starci assieme? E poi che ne sai, magari anche lui è geloso ma non vuole dirtelo.
Certo, come no. Lui me lo direbbe.
Non puoi esserne completamente certa. Però, probabilmente, te lo direbbe. Rimane, comunque, che non c'è motivo di essere gelosi.
Lo so.
E allora... SORRIDI! :D

Yeaaaah! Ragione 1, Subconscio 0! \m/

giovedì 1 dicembre 2011

Finalmente è dicembre!

Era già da diverso tempo che pensavo di scrivere qualcosa il primo del mese, diciamo, per celebrare il momento. Beh... Oggi è il primo di dicembre e... guardi fuori e... ecco, pensi che... non si direbbe.

Non so cosa ci trovavo di tanto magico in questo mese da piccola, in passato lo vivevo con un'euforia unica. Oh beh, dicembre è sempre stato il mio mese. Non toccatemi dicembre, che c'è la neve, c'è Natale, c'è il mio compleanno e ci sono le vacanze. C'è tanto tempo da passare in famiglia e con gli amici, e le canzoni da cantare, e i regali da scambiare, e affetto ovunque ti giri. Ma non è solo questo. Una volta c'era atmosfera. Non so nemmeno di cosa. In casa, fuori, nell'aria tutto intorno... c'era qualcosa. Forse c'è ancora. Prima lo sentivo. Ora non più.
Non dipende dalla classica scenetta da cartolina, del tipo neve + luci colorate + alberi di Natale e cose così, come potrei descriverlo... è un qualcosa, un'atmosfera, che nel momento in cui la percepisci, ti penetra dentro l'anima e riesci in qualche modo a trasmetterla agli altri. Per i bambini è facile. Da piccoli si prende sul serio qualunque cosa. Che ne sai del mondo, qui nella tua classe di scuola elementare, piena di cartelloni e decorazioni, dove stai coi tuoi compagni a cantare una canzone natalizia, mentre fuori fa tanto freddo? In questo momento, sai solo che è un mondo molto colorato, caldo, comodo e pieno di musica. Il tuo sorriso avrà tutti i colori del mondo, il tuo cuore scalderà quelli altrui, la tua voce invoglierà chiunque a cantare per cantare, perché è divertente, e basterà guardarti per pensare "E' dicembre. E' quasi Natale. Che bello".

Dicembre è essere avvolti da lana. I cioccolatini del calendario dell'avvento. Abbracci che sciolgono il cuore. Lame di freddo e occhi che lacrimano. Riallacciare i contatti con tutti i parenti, vicini e lontani. La prima neve dell'anno (si spera. Non dico che vivo per arrivare a dicembre e vedere la neve, ma mi ci avvicino molto. Quindi, per favore, NEVICA). Lenzuola di flanella e piumoni imbottiti. Tutto questo più quel quid che non so descrivere. E probabilmente non so nemmeno più recepire.