Cerca

martedì 14 luglio 2015

Resoconto di una giornata estiva insolitamente produttiva.

Sveglia alle sei meno dieci dopo cinque ore di sonno turbato e disturbato
Treno alle sei e mezza
Viaggio reso ovattato dalla musica, dal sonno, e dai primi bellissimi raggi di sole che si spandevano in sordina sulle colline
Viaggio in autobus con la paura di aver perso la mia fermata quando ci mancavano ancora cinque minuti buoni
Discesa dall'autobus alla fermata giusta
Colazione tattica al bar
Pausa tatticissima ai giardini di fianco alla facoltà di Ingegneria
Rassegnazione al destino, mi incammino verso la facoltà
E comincia il TOLC.

Il TOLC è una specie di test d'ingresso unificato, valevole per più indirizzi e per più atenei diversi. 20 domande di matematica, 10 di scienze, 5 di logica e 5 di comprensione verbale, per un totale di circa 2 ore di panico.
A protrarre l'agonia, un appello infinito, cui seguiva una meticolosa lettura di istruzioni che stava quasi per portarmi all'esasperazione.
Di cosa mi preoccupassi in realtà non lo so bene nemmeno io. Tanto, se non mi fosse andata fatta bene, avrei chiuso il capitolo ugualmente scegliendo Astronomia invece che Biotec. E un punteggio decente non dico che fossi sicura di strapparlo, ma ci contavo, perché in cinque anni di scientifico qualcosa l'avrò pure imparata. Eppure avevo una tensione incredibile addosso, mi toglievo il cardigan, mi rimettevo il cardigan, mi mordevo le dita, tamburellavo ritmi in cinque quarti con le unghie sul tavolo, accavallavo le gambe, scavallavo le gambe, mi stringevo le spalle. Come avrò fatto a concentrarmi? Mistero. Però il test è andato inaspettatamente bene.

Fuori da Ingegneria alle 10 e mezza
Telefonate di rito a mamma e amici curiosi per comunicare i risultati
Camminata lungo via Saragozza alla ricerca della mostra di Escher che sapevo essere nei paraggi, e che poi ho trovato, annunciata da una lunghissima fila di persone
Qualche minuto di esitazione, poi mi fiondo nella fila
Quasi un'ora di coda
E finalmente riesco ad entrare.


Escher è qualcosa di geniale. E la mostra era strutturata benissimo. Tanto che più di una volta mi sono emozionata nel vedere quante cose potevano essere condensate in 500 centimetri quadri di carta su per giù (ma anche molti meno). La rivisiterei altre cento volte. Tra l'altro erano mesi che volevo andarci, ma mi sono sempre ritrovata costretta a rimandare causa esami. Ma oggi, siccome tanto a Bologna ci dovevo andare comunque, e soprattutto dopo aver imparato che la mostra era a un 800 metri dalla facoltà, non mi sono lasciata sfuggire l'occasione. E ho aggiunto un poster alla mia già artistica stanza.

All'una e mezza fine del giro.
Sole rovente, una cappa di calore incredibile, batteria del telefono quasi scarica. Quale momento migliore per cimentarsi nell'impresa di arrivare al centro di Bologna a piedi percorrendo via Saragozza? Arrivata a piazza Minghetti, non sapevo più che strada prendere. Consultare Google Maps mi ha confusa ancora di più, per cui, dopo aver girato due o tre volte in tondo per le stesse due o tre vie, sono salita su un A che passava, senza preoccuparmi di controllare in che direzione andasse.

Andava verso il Rizzoli.

Di conseguenza, in autobus fino al Rizzoli, capolinea e preso autobus in direzione contraria.
Sull'autobus un ragazzo continuava a guardarmi, sebbene tentasse di farlo in maniera discreta.
Scendo dall'A in cima a via Indipendenza e approfitto del vicino McDonald's per pranzare alla veloce, servita da un commesso incredibilmente simpatico
In tutto ciò mi era stato commissionato l'incarico di trovare un regalo di compleanno
Giro per negozi alla ricerca del suddetto regalo
Ritorno alla stazione
Alle cinque di nuovo a casa, coi piedi distrutti e tutto l'entusiasmo del mondo

Dopo aver festeggiato a dovere il buon esito dell'esame con un po' di sano ozio, cena
Troppe cose per cena, come al solito
Dopo cena, film

"Qualcuno volò sul nido del cuculo".

Ho pianto come una fontana da metà film in poi. Questa cosa di provare a farmi una cultura cinematografica mi inizia a piacere. In 18 anni non ho guardato molti più film di quelli che mi capitava di vedere alla televisione. Se poi consideriamo che da due o tre anni ho anche smesso di guardarla quasi del tutto, non è difficile immaginare che l'elenco di film veramente belli che conosco è ristretto a dir poco.
Quel film è una delle cose più intense che si possano trovare, sia per tematiche, sia per linguaggio. E guardarlo, ma soprattutto capirlo, è stato fondamentale.

E adesso sono le tre. Domani mattina non oso immaginare in che condizioni mi sveglierò. Staremo a vedere. Per oggi mi sento di aver fatto tante di quelle cose da aver vissuto tre o quattro giornate in una sola, quindi va bene così.