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martedì 23 agosto 2011

Ultimamente ripenso spesso al passato.

Specialmente a com'erano le cose tra noi due. Eravamo migliori amiche... Io ero gelosa pazza, pensavo che la mia amica fosse solo per me, mi spettasse di diritto, volevo che anche lei sentisse la stessa sensazione verso di me, temevo profondamente che le nostre strade si sarebbero divise, perché non ero abbastanza adatta. Non ero disponibile ad andare spesso a casa delle compagne di classe, o ad invitarne. Non ero considerata, se non come la secchiona, quella che aiuta ma si fa prendere in giro senza dire niente, senza reagire. Mi piaceva stare da sola, affanculo tutti i compagni di classe che già facevano gruppo, giocavano tutti insieme. Lei era una parte di loro, del grande gruppo. Io no. Ero lenta a correre, perdevo sempre. Quando giocavamo a "strega-strega" o "strega-ghiaccio" e la strega diventavo io, era la fine, nel senso che tentavo disperatamente di prendere qualcuno finché non abbandonavo quello stupido gioco per sfinimento. Perché non ci riuscivo. Gli altri erano tutti troppo veloci. Si parla dei tempi delle elementari. Già allora tempi duri, tempi difficili per quell'amicizia che temo non sia mai nata. Alle medie era ancora peggio. Prima eravamo migliori amiche, poi non lo eravamo più perché lei diceva di sentirsi più unita ad altre persone che a me, e poi vuoi anche essere la mia migliore amica, e pretendere che io non dica niente, assolutamente niente? Ma poi pensavo che non era così grave, e tornavamo ad avere la nostra confidenza abituale, ad essere migliori amiche, ma mai abbastanza. Le compagne che a lei erano tanto care, per quel che riguardava me avrebbero desiderato la mia sparizione dalla faccia della terra, forse l'avevo già accennato da qualche parte, la mia situazione sociale non era molto felice... Io andar d'accordo con loro ci avevo anche provato, ma se non mi offendevano e non mi attaccavano continuamente senza motivo, si limitavano ad ignorarmi, eccezion fatta per gli amici più grandi o più piccoli di me e per pochissime ragazze che almeno mi consideravano senza limitarsi a quella freddezza che per molte altre era assolutamente un piacere sfoggiare nei miei confronti. Stavo male. La fine della scorsa estate segnò la fine del nostro rapporto di migliori amiche. Questa volta sul serio. Non era normale che ci sentissimo solo perché io cercavo lei. Ad un certo punto ho completamente smesso di contattarla. Si era tutto ridotto a chiacchiere vuote, non mi parlava mai di niente. Se non ci eravamo sentite per settimane, e le chiedevo di raccontarmi qualcosa, non aveva nulla da dirmi. Se le cose stavano così, potevo anche considerarmi perfettamente un'estranea ai suoi occhi. Punto primo, ne avevo abbastanza. Punto secondo, mi stavo facendo altri amici di gran lunga più sinceri, duraturi e che si degnavano di mostrarmi un minimo d'attenzioni e di raccontarmi i loro problemi. O forse, stavo semplicemente imparando a non pretendere l'esclusività, ad accettare il fatto che forse una migliore amica, o un migliore amico, forse non l'avrei mai avuto, non uno solo, non uno per cui io fossi il punto di riferimento principale. Iniziai a non pensarci più, a parlarne male, a pensare a lei con la stessa freddezza che subivo e ancora subisco da tante persone. E sono ancora tutti troppo veloci, tra happy hour, disco, pizze, eventi sociali frequentissimi che io probabilmente non immagino nemmeno e da cui sono esclusa automaticamente per vari motivi, primo fra tutti la mancanza di autonomia, e in ex aequo la certezza delle persone che mi stanno intorno (la mia famiglia specialmente) che io sia troppo piccola. E adesso? Quando ci incontriamo in paese sembriamo due estranee. Di grazia se ci scambiamo un cenno di saluto, ma poi nemmeno una parola. In chat, nemmeno a pensarci. Non mi prendo certo la briga di cercarla, tanto non mi dice niente, tanto per lei non sono più niente, pensavo di essermene resa conto, di aver digerito ormai questo dato di fatto. Eppure penso a quanto sarebbe bello se all'improvviso succedesse qualcosa, lei si ricordasse dei bei tempi, quando eravamo amiche per la pelle, inseparabili. Se avesse da parte dei vecchi bigliettini e li trovasse un giorno, per caso, e le tornasse in mente la nostra amicizia, e mi cercasse. Ma non succederà. Lei ha molte amiche, moltissime, giri e gruppi di persone di cui io sono estranea, a cui penso come le consorelle fighettine del paese. E mi dispiace pensarlo. E anche io ho amici nuovi, e perfino una fantastica balotta in cui non mi sono sentita a disagio neppure una volta. Quella parte di me che una volta era legata a lei ora è fredda, cinica, assolutamente indifferente. Diciamo che è stato abbastanza deludente vedere un rapporto cadere nel momento in cui ho smesso di interessarmene. Mi aspettavo che lei si chiedesse che fine ho fatto. Mi domando, chissà se lei ogni tanto pensa a com'era una volta, chissà se in fondo in fondo anche a lei farebbe piacere se tornassimo amiche come una volta, tanto tempo fa. Chissà se ci ha mai tenuto davvero a me, da quando abbiamo raggiunto quell'età in cui l'amicizia supera il semplice essere compagni di giochi. Chissà se le cose sarebbero diverse se io potessi partecipare alla sua vita sociale, se mi sentissi tagliata e se ne avessi il permesso. Chissà...

giovedì 18 agosto 2011

Non è mai troppo tardi per fare buoni propositi.

Davvero, nemmeno se è il 31 dicembre ed è mezzanotte meno cinque. Avresti sempre cinque minuti di tempo per lavorarci su. E poi non è detto che un buon proposito debba essere adempiuto entro l'anno, questi pensieri formulati e puntualmente dimenticati non stanno col fucile puntato ad aspettare Capodanno per vendicarsi. Nessuno stabilisce la scadenza.
Il limite che mi prefiggo io è l'anno nuovo (sì, me lo prefiggo io, quella che non vuole omologarsi! Udite udite!), ed entro allora conterei di fare un po' di cose, tipo:
  • Fare un tentativo di smoky eyes (il materiale necessario l'ho già comprato);
  • Fare un tentativo decente di smoky eyes (la qual cosa è di gran lunga più difficile);
  • Convincere i miei a farmi andare a prendere una pizza col mio ragazzo (e volendo, sfoggiare il mio trucco smoky eyes in quella occasione);
  • Andare a Bologna da sola con le amiche (questo entro l'estate, possibilmente);
  • Scappare di casa... Ehm, questo forse no. Teniamolo ancora nella lista dei sogni di gloria.

lunedì 15 agosto 2011

Le amebe moderne riescono a scrivere post di blog, a quanto pare.

Intanto, buon Ferragosto! ^^
Io sono un'ameba, o almeno non faccio che comportarmi come tale da giorni. Continuo a strisciare dal letto al computer al divano alla tavola (giusto per mangiare), e poi ricomincio il mio giro. Mi hanno detto, sono in vacanza quindi tanto di guadagnato, posso anche rilassarmi un po'. Le uniche eccezioni sono le uscite pomeridiane, anche se non è come l'anno scorso... Uscivo tutti i giorni, stavo fuori due ore, incontravo poca gente ma passavo il tempo. Quest'anno pare che il mio paesino di montagna abbia deciso di diventare deserto, così di punto in bianco. Vanno tutti fuori città o restano in casa a fare l'ennesima pennichella. 365 giorni fa uscii, di pomeriggio. Spesi un sacco di tempo a camminare per dei vicoli assolutamente deserti. Quest'anno, mi sono detta:"no, grazie". Un altro momento di non-amebismo, se così si può dire, è quando decido di staccarmi da computer, videogames e cuscini vari, e mi dedico a qualche attività più positiva. Dovrei disegnare un po' di più, e sono diversi giorni che non suono la chitarra. Hmmm, questa cosa non mi piace. E da domani mi metterò SERIAMENTE a fare i compiti delle vacanze. Andiamo, devo fare 3 relazioni di 3 libri striminziti. Se mi impegnassi un minimo, finirei il tutto in 3 miseri giorni. E... oh, già. Dimenticavo il solfeggio. Beh, verrà il tempo anche per quello. Almeno credo... Anche se non posso certo fare in un'ora di treno tutti gli esercizi che (in teoria) dovrei fare tra giugno e ottobre. Quindi è bene che inizi a darmi un po' da fare! Da domani, per i prossimi tre o quattro giorni, dovrei essere un po' più attiva. Saranno delle giornate abbastanza intense, prevedo un giro fuori Vergato al giorno. Evvai! Non mi fa per niente bene rammollirmi così... Poi quando devo tornare a scuola dove la trovo la voglia? Ah ah ah!

sabato 13 agosto 2011

Tempo di essere drastici.

Stamattina sono andata a tagliarmi i capelli, che si erano tutti rovinati dopo essere stata al mare. Ho tolto un bel po' di doppie punte e aggiustato la frangia-ciuffo. Mi ci voleva. Poi ho anche spostato la riga da destra a sinistra, così, perché mi ero stufata. Insomma aria di cambiamenti. Non so cosa mi abbia preso, ma quando la parrucchiera mi ha chiesto se li volevo lisci o ricci, ho scelto la seconda opzione. L'effetto è spettacolare, specialmente alla luce del fatto che io di mio avrei i capelli lisci!
Inutile descrivere la faccia dei miei quando mi hanno vista entrare in casa. Penso si aspettassero di vedermi più o meno uguale a prima, per poi prendermi in giro con frasi come "Ma che ti sei fatta solo lo shampoo?". Si sono voltati e... ta-dah! mi hanno vista con questa massa di boccoli in testa. Fa uno strano effetto vedersi da lisci a ricci nel giro di cinque minuti. Il bello è che non farò in tempo ad abituarmi perché tra tipo due giorni saranno lisci di nuovo! Tutt'al più leggermente mossi. E che ci devo fare? La prossima volta che vado dalla parrucchiera, li rifarò di nuovo! ^^

mercoledì 10 agosto 2011

Non è così facile voler bene a una persona.

Per qualcuno può anche esserlo, ma non per me. Devo avere qualche specie di problema, una mente di provenienza aliena, forse, ma non riesco a non star male per... per lui. Per i motivi più futili, ad esempio anche un messaggio senza risposta, o anche sentirlo sbrigativo. Mi sto iniziando a sentire decisamente nevrotica. Appiccicosa come la carta moschicida. Faccio una fatica enorme a non tenermi tutto dentro, a non iniziare a bombardarlo di messaggi. Potrei anche definirlo l'ennesimo effetto collaterale della crisi d'astinenza, se non ci sentissimo tutti i giorni e non l'avessi visto giusto l'altro ieri, per un lasso di tempo considerevole. E come se non bastasse, ci va di mezzo anche la gelosia. Non mi sopporto più. Sto diventando troppo possessiva. E dai su, non si può piangere per ogni minima cosa! Sto cercando in tutti i modi di sdrammatizzare... di migliorare la mia situazione... Se devo dire la verità, non so nemmeno il motivo preciso per cui sto così. Sto proprio male. Però quando vado ad elencare le possibili ragioni mi rendo conto che sono stupide. Non reggono. Per quel che riguarda la gelosia, non si tratta di scarsa fiducia in lui, ma in me. Mi sento sempre inferiore, inadeguata. Mi soprassale in continuazione la paura di poter essere sostituita da qualcun'altra, la certezza che ci sono centinaia, migliaia di persone che sono meglio di me, e che sono tutte dietro l'angolo. Mi sento come se il mondo cospirasse contro di me... No, ok, adesso non esageriamo. Dovrei distrarmi, ma come, visto che sono capitata in questa famiglia dove non mi è permesso uscire la sera perché è troppo pericoloso e io sono troppo piccola? Uffa, voglio essere grande e partecipare a tutti gli eventi sociali che mi pare. Oppure voglio che le quattordicenni siano universalmente considerate piccole per uscire la sera, andare agli happy e in discoteca. Stranamente, solo ora ci sto pensando meglio e mi rendo conto che le parole che ho scritto possono essere tradotte con "voglio omologarmi". Perché io, sotto certi aspetti, VOGLIO omologarmi. Argh, processi inconsci emulativi del cazzo :'(

sabato 6 agosto 2011

Ok, oggi non è giornata.

Ci ho provato a tirarmi su il morale, ma non ci riesco. Il mio senso di autocritica mi impedisce di sorridere senza scoppiare in lacrime un secondo dopo. E non sono io che dovrei stare male, è questo il bello. Il problema è che seppure per una quantità di tempo limitata, ho fatto star male una persona a cui tengo. Più o meno è da ieri sera che assumo l'aspetto di una fontana a minuti alterni. Eppure è tutto a posto, già il rimedio l'abbiamo trovato, ci siamo chiariti. Devo proprio fare questo uso inaudito di lacrime? Non servono a NIENTE. Non sono utili, e non sono nemmeno motivate. E allora. Penso che sotto ci sia la paura. Paura di perdere quella persona o di aver irrimediabilmente rovinato il rapporto che c'è tra noi. O forse meglio dire "c'era"? No...! BASTA!!! Non ci posso pensare. La sola idea mi fa piangere di nuovo. Sinceramente di lacrime ne ho già versate abbastanza. Non so cosa dovrei pensare. Da un lato, mi merito di stare così... Dall'altro, credo di star trasformando la questione in una tragedia greca. Mi serve ancora un po' di tempo per capire bene a cosa mi porterà la mia ennesima insensata dimostrazione di sbadataggine.

mercoledì 3 agosto 2011

Mancanza di te

Rimasi lì ad annegare
nella buia attesa di qualcosa
un tuo segno che potesse
salvarmi...
impotente mi chiesi
se c’era un fondo
e continuavo a cadere
e avrei voluto morire
piuttosto che stare a guardare
il tempo passare
e la mia stanza buia.