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martedì 22 aprile 2014

One Hundred Happy Days.

Dovrei star dormendo. Ma va', non succede mai che stia sveglia più del dovuto. Vacanze di Pasqua finite in un soffio, durate quanto un normale weekend. Anche se ho fatto più cose, che di solito non faccio (io che esco la sera e sto fuori fino alle undici e mezza? Una cosa del genere non si era mai vista, andiamo). Quello che resta adesso sono due settimane in cui si andrà a scuola tipo quattro giorni in tutto. Passeranno in fretta anche quelle, lo so. Domani è uno di questi quattro o cinque giorni. Ed ecco perché dovrei star dormendo, appunto.

Però di dormire non ne ho voglia, se non altro perché così assaporo gli ultimi attimi di vacanza (?), o forse perché ho nel petto questo strano senso di vuoto, antipatico promemoria del fatto che avrei potuto sbrigare diverse faccende in questi giorni e invece non mi sono mossa per niente. Specialmente oggi. In fondo, che mi costava stare di meno attaccata al computer a perdere il mio tempo in fefinerie per fare qualcosa di utile, se non agli altri, quantomeno a me stessa?

Da un po' di tempo, addirittura da prima delle vacanze, stavo pensando di cominciare una specie di sfida, che consisterebbe nel trovare ogni giorno per 100 giorni qualcosa che mi renda felice anche solo un minimo. Ci ho messo un po' a decidermi definitivamente per una serie di motivi - questo non è un gran periodo e anche adesso che ho preso la mia decisione non sono del tutto sicura che riuscirò a portare a termine la cosa. Però domani si comincia. Ci si prova. Magari a scuola mi farà schifo starci, magari a casa l'ambiente non sarà dei migliori, ma qualcosa di positivo in un'intera giornata ci deve pur essere. Se riesco ad applicare l'intero ragionamento ai prossimi 100 giorni, dovrebbe essere fatta.

Proviamo questa cosa, e vediamo come va.

sabato 12 aprile 2014

La legge di Murphy.

Se qualcosa può andare male, lo farà.
Adesso che ci penso, perché tutta questa ansia di uscire dalle superiori? Ogni precedente passaggio di scuola che comportasse l'ingresso in una nuova classe mi entusiasmava. Questo era solo perché speravo di trovare persone migliori di quelle che erano in classe con me prima, e di inserirmi meglio. Ma se alle medie non è successo, e alle superiori nemmeno, come posso sperare che succeda in università o in un posto di lavoro? Come posso essere certa che non sarà addirittura peggio? Perché il fatto è che può essere peggio.