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domenica 27 novembre 2011

Down-With-Paranoia Day

Decisamente. Basta con le paranoie. Penso che solo le mie siano abbastanza per riempirci tutto il mondo, e quindi non posso assolutamente accettare che anche gli altri inizino a farsi dei problemi inutili nella testa. Tutti lo facciamo, è vero. A volte ci fa anche bene, nella rara eventualità in cui riusciamo a renderci conto da soli che sono fissazioni totalmente inutili... ma è una rara eventualità.

Per far scorrere questa immobile e viscosa domenica pomeriggio, che nemmeno le temibili somme di frazioni algebriche sono riuscite a smuovere (il che è tutto dire), mi sono attaccata al computer (avrei potuto fare dei lavori di casa; avrei potuto finire di leggere Sourcery del buon vecchio zio Terry; avrei potuto suonare, ma a quello penserò dopo mangiato, come da copione; con qualche piccolo sforzo e un lampo di genio, avrei potuto cambiare il mondo; in poche parole avrei potuto fare mille altre cose, ma stranamente mi sono attaccata al computer). Sono molto molto molto felice perché ho finalmente sentito i miei migliori amici, cosa che non capita troppo spesso tra la scuola, il conservatorio e i miei 3000 corsi extracurricolari. Il punto qual è, che siamo tutti contenti, ma ci facciamo dei problemi inutili, dettati o da un particolare stato d'animo o da qualche circostanza che ci spaventa. Ora, io chiamo in senso lato "paranoia" qualunque problema mentale inutile, grande o piccolo che sia. E nelle paranoie ci vivo (anche se devo dire che in questo periodo, per fortuna, il mio subconscio mi sta dando tregua ^^). E sono la cosa al mondo che mi ha fatto soffrire di più. Più delle persone, dei fatti, delle parole che dicevo o che subivo, la ragione della mia sofferenza erano bene o male sempre le paranoie. E appena vedo che qualcuno a cui tengo inizia a formulare un pensiero negativo senza motivo, anche se è una stupidaggine, faccio i salti mortali per stroncare quella potenziale paranoia sul nascere. E così ecco trovato il passatempo per oggi: stroncare quante più paranoie possibile, che siano mie o altrui. Mi sa che alla lunga sembrerò fastidiosa e molto invadente. Però mi sento in dovere di farlo, è più forte di me. Sono la prima che poi si perde nelle proprie lugubrazioni, della serie "quella persona è migliore di me, di conseguenza io non valgo assolutamente niente". E sono la prima i cui nervi vanno in crash al minimo imprevisto... però ho imparato che agli amici l'aiuto lo si può anche chiedere. Senza amici non abbiamo molto senso come persone. Non ci possiamo esprimere al meglio di noi stessi, non abbiamo un appiglio quando siamo in difficoltà, come se nessuno fosse veramente interessato a noi. Se questa è una persona, significa che la vita è proprio crudele. Che razza di psicologia può avere qualcuno che non è influenzato da nessuno al di fuori della propria famiglia, mi chiedo? E a che paranoie sarà soggetto? E chi lo aiuterà ad uscirne? ... Beh, per questo mi stanno tanto antipatiche le paranoie. Sono capaci di rovinartela, la vita. Quindi, Down With Paranoia! \m/

venerdì 25 novembre 2011

Sorry, ma devo lamentarmi un po' anch'io :3

Al mondo ci sono tante persone strane... Cioè, siamo un po' tutti strani, a dire il vero. Nel senso, non esiste un parametro o un concetto di normalità, alla fine, siamo tutti diversi e ciascuno ha la propria normalità, diversa da quella di chiunque altro. Ma non è di questo che voglio parlare.

Dicevo, che la gente sia strana è una cosa logica, ma alcuni individui riescono a raggiungere dei livelli parossistici di particolarità... Il mio modo di vederli è altrettanto parossisticamente particolare.
Esempio generico: ex compagna di classe che non sto a specificare. Come già esplicitato, verso questa peculiare categoria di persone provo la più totale indifferenza. Penso a questa persona senza inserirla in alcun contesto e non provo niente. Penso poi agli atteggiamenti che questa persona assume verso me e gli altri e provo odio. Emerge chiaramente dalle frasi precedenti che quello che mi fa arrabbiare non è la presenza di determinate persone, ma il loro stramaledetto comportamento! Peccato che gli atteggiamenti non si possano prendere a calci. Quindi i miei istinti omicidi li canalizzo poi sulla persona.
Certe scene, poi, sono davvero commoventi... esempio pratico: tu vedi il solito gruppo di ragazze della stessa classe, la mattina prima che inizi la scuola; ad un certo punto, se ne aggiunge un'altra, particolarmente sciantosa nei modi e nell'aspetto, arrivata un po' più tardi; noti che saluta tutte, ma dico proprio TUTTE le altre ragazze, con un sonoro 'ciao!' e un bacino sulla guancia... proprio tutte, tranne una, che è in quel momento in modalità invisibile. Ovviamente, non lo è sempre. Per esempio, il giorno prima, durante la verifica d'inglese, non lo era, in quanto prima della classe in quella materia. Era un elemento chiave e tutti la tenevano in considerazione, bombardandola di bigliettini in cui le si chiedevano le soluzioni. Lo sarà durante l'ora di disegno, perché fa delle proiezioni ortogonali affidabili e tutti passeranno a dare un'occhiata. Ma al di fuori di simili circostanze, sarà sempre invisibile, in particolare agli occhi della ragazzina fighettina di cui sopra.

A qualcuno sembra giusto? Se sì, fatemelo sapere. La ragione per cui non dico altro è che in passato ho visto di peggio, molto peggio. Gente che diceva ad altra gente cose del tipo "sei simpatica come un dito su per il...", solo per il gusto di sfogare il proprio istinto sclerotico, oppure gente che veniva snobbata da altra gente in quanto sfigata, oppure... basta, potrei scrivere un romanzo su queste cose.
Ma sapete che vi dico? Per me quelle non sono altro che cervelli di bambinette impiantati in corpi di adolescenti simil-adulte. E se nel mio conturbato animo d'artista suscitano qualcosa ora come ora, quel qualcosa non è altro che indifferenza. In passato soffrivo, ora, no grazie. Però, se il passato bussa alla porta e mi ricorda quanto tutto questo sia insensato e detestabile, ho bisogno di lamentarmi anch'io.

mercoledì 23 novembre 2011

"Domani avrai una sorpresa!"

Uhm. Dovrei essere contenta?
Certo che no. Questa è una delle frasi peggiori che mi potrebbe capitare di sentire, in assoluto. Non è che non mi piacciano le sorprese, anzi... è che per la mia testa contorta e labirintica è la fine. Penso troppo, penso troppo per estremi e a ipotesi assurde e irrealizzabili anche nell'ultimo mondo dell'ultima dimensione nel vasto multiverso che potrebbe esistere, oppure potrebbe semplicemente essere l'ennesima cavolata per autoconvincerci che non siamo soli.  Mmm, sono capace di immaginarmi veramente l'impossibile quando me ne si dà l'occasione. Dico sul serio. Sì, stupida testa di rapa, immagina pure quanto vuoi. Domani mattina assisterai in diretta al crollo dei tuoi castelli aerostatici, uno per uno, guglia per guglia, pietra per pietra, inconsistenti immaginarie pietre che ti cadranno addosso con una violenza inaspettata. Perché è questo che succederà.
Anche se ora non lo do troppo a vedere (leggi "mi si legge in faccia che sto fervidamente pensando a mille e una ipotesi") il mio subconscio sta analizzando con pragmaticità scientifica tutti i possibili valori assunti dalla variabile "sorpresa" e li sta applicando alla frazione algebrica delle casualità della mia vita quotidiana con un campo di esistenza pressoché... infinito! (e ora la domanda mi sorge spontanea: qualcuno ha capito qualcosa? io no T_T). Deludermi è facile come rubare le caramelle a un bambino. O bere un bicchier d'acqua. Per accontentarmi, in un bicchiere d'acqua ci dovresti come minimo affogare. La mia faccia fingerà CUMULI di entusiasmo, ma in fondo in fondo, molto in fondo, nell'angolino più buio del mio subconscio, dove risiede la mia componente più ipocrita, egocentrica, egoista, spocchiosa e sgradevole, una vocina mi sussurrerà all'orecchio: "tutto qui?". Non è che io possa farci niente. Dipende da me nella misura in cui le onde dipendono dal mare. Quella piccola (spero molto piccola) ma comunque presente parte di me certe volte mi fa diventare matta. Formulo i pensieri più egoisti di questo mondo, poi mi do mentalmente dell'ingrata e mi dico che non sarò maaaai mai mai mai mai accettata da nessuno, poi ci penso meglio e mi do doppiamente dell'ingrata perché, seppure solo per un momento, mi sono dimenticata delle dimostrazioni d'affetto di famiglia, amici e moroso, che mi hanno già accettata da un pezzo, alcuni da sempre, e io mi ostino a non capirlo. In questo senso sto cercando di cambiare. Un paio d'anni fa la mia vita sociale era assolutamente sfilacciata e inconsistente. Quando ho iniziato le superiori è più o meno caduta in slavine. Da quando sono uscita dalle medie, la mia sfera di rapporti interpersonali era tale che io, nel profondo, sapevo di non poter contare assolutamente su nessuno. Ora non è più così, ma non sono ancora in grado di fidarmi incondizionatamente di quei pochi che ho intorno. O almeno, penso che il problema sia questo.
Per un periodo ho avuto il pallino della psicologia, sono abbastanza portata a mettermi nei panni degli altri e immaginarne la situazione dal loro punto di vista (generalmente, subito dopo inizio a dispensare consigli idioti tipo quelli che vengono dati al protagonista del film sentimentale medio quando sta per arrivare al punto di non ritorno verso la pazzia incontrollata). Qualche volta i problemi degli altri li risolvo. Il punto è che non riesco a risolvere i miei. Mettici il ragionamento, mettici il training autogeno (che è di vario tipo, dallo scrivere frasi sconnesse su un foglio per autoconvincermi di qualcosa a tentare di consolarmi da sola mentalmente, pensando le cose più strane), mettici pure che se sono disperata esterno la mia depressione a qualcuno... Alla fine ci sono sempre quelle due o tre cose che tornano sempre, fissazioni fastidiose come mosche.

...

Un momento, scusate.
Perché sto parlando di questo, se sono partita dalle sorprese!? o_O (Straw Of Consciousness colpisce ancora!)

domenica 20 novembre 2011

Freddo.

Freddo nell'aria e freddo nelle mie mani. Freddo che entra violentemente in casa anche solo aprendo la porta. Le ultime foglie sono strenuamente attaccate ai rami ormai spogli, e la mattina presto tutto è coperto da un velo di ghiaccio. Freddo gelido che si infiltra negli abiti e nel corpo e risale, in un brivido, tutta la schiena. Entrare in casa e venire investiti come da un'ondata di calore, sembra quasi di sciogliersi. E gli abbracci assumono un significato ancora più particolare, oltre ad essere dimostrazioni d'affetto procurano calore fisico. Spuntano giacconi, piumoni, maglioni di lana, guanti, calze lunghe (io ne ho due paia meravigliose, a righe), vestiti pesanti, sciarpe, cappelli, lenzuola di flanella. Spunta un timido sole che illumina il cielo, un cielo azzurro e limpido e aperto e glaciale, e glaciale è anche l'aria, che fende gli occhi con lame di vento. Spuntano nuvolette dalle bocche dei passanti, respiri sorpresi dal freddo che scappano via veloci nella brezza. Spunta la brina sui tetti delle macchine, spuntano già, in largo anticipo, le luci colorate sulle case. Il tiepido autunno, arancione di foglie assopite e zucche di Halloween, cede lento il passo all'inverno.

Ok, fine del prologo poetico e volendo pure patetico.
Non mi importa se tecnicamente l'inverno inizia il 21 dicembre, l'atmosfera è invernale già da alcuni giorni. Non mi stupirei se, nel giro di un paio di settimane, nevicasse. Per me l'inverno inizia ufficialmente il primo dicembre. La sento un po' come la mia stagione. Alla luce di quanto scritto sopra, io sarei tecnicamente nata in autunno - il 19 dicembre, così chi mi legge potrebbe anche magari ricordarsi e farmi gli auguri. Perché qualcuno che mi legge, incredibile ma vero, c'è! (grazie, Marino. Dai un senso ai miei post! *-*) E del resto, i miei lo ripetono sempre, quando sono nata io nevicava. Mi sembra un'immagine molto dolce, io piccina in braccio alla mamma e fuori neve e freddo e luci natalizie e caos. E c'è chi al sabato sera, d'inverno, ha voglia di andare a ballare. Personalmente, io che a ballare penso ci andrò tra una o due ere geologiche (anche se devo ammettere che andarci con il mio ragazzo o in balotta con gli amici sarebbe una cosa assolutamente fantastica), preferisco starmene in casa nel mio pigiamone di pile, in famiglia, al caldo. Stamattina mi è presa la febbre dei Keane. Mi era capitato di sentire la cover di With Or Without You un paio di volte, e ieri sera mi è tornata in mente l'intro con lo xilofono, una cosa veramente dolce. E adesso sarà la terza volta che l'ascolto. Sono un gran gruppo!
Insieme all'atmosfera invernale, si appropinqua anche quella natalizia. Oggi pomeriggio, iniziamo a fare il presepe (pubblicherò le foto perché lo scorso anno è venuto fuori un lavoro stupendo e quest'anno si promette ancora migliore!). Quanto all'albero, beh, lo scorso inverno eravamo in una casa più piccola. Usavamo lo stesso alberino di plastica, piccino e anche abbastanza rovinato, da parecchi anni. Forse ha la mia età. Quest'anno ne prendiamo uno nuovo, più grande. Abbiamo un sacco di spazio nel soggiorno e il soffitto è molto più alto. Non vedo l'ora!

Qui MaryBlue, non avendo altro da aggiungere, smette ufficialmente di tediarvi con la meticolosa descrizione della sua vita estremamente sedentaria, e si assenta per le prossime ore!

venerdì 18 novembre 2011

Scendi dal piedistallo!

Ma dico, chi ti credi di essere per disprezzare tanto le persone? Sei partita con dei complessi di inferiorità assurdi, ti sentivi zero, non avevi nessuno accanto. Adesso che tre o quattro persone ti vogliono bene seriamente, ti credi il centro del mondo?! Stavi male perché gli altri ti disprezzavano, ora tu disprezzi loro gratuitamente senza che loro ti abbiano fatto alcun torto particolare. Dalla parte del torto non ci sono sempre e solo gli altri, non lo sai? Solo perché vai bene a scuola e hai una vita sociale, non significa che gli altri valgano zero rispetto a te. Come puoi, tu che parli tanto di pregiudizi, stabilire che una persona non abbia dei valori etici, solo perché quella persona magari ti ignora o ti disconosce? Anche tu ignori e disconosci alcune persone, e sbandieri la tua identità di sedicente persona morlamente corretta ai quattro venti, pretendendo di essere sempre la migliore, la più simpatica, la più brava, la più importante, la più adatta in ogni situazione, e ti offendi profondamente se non puoi esserlo. Non pretendi la perfezione, presupponi la perfezione, ma sbagli, perché sei un essere umano anche tu! Quindi, piantala con questo atteggiamento di superiorità nei confronti di chi ti sta intorno, finché sei in tempo, e sii, per una volta, più umile.

domenica 13 novembre 2011

Memorie di un'altra domenica buttata al vento

No, davvero, fino adesso a parte stirare un po' e studiare inutilmente per l'esame di ECDL che devo dare domani non ho fatto nulla di utile. Dopo cena mi attiverò.

Sono riuscita a suonare la chitarra per la bellezza di 6 giorni su 7, la scorsa settimana. Ho ritrovato la motivazione e, con una gran dose di forza di volontà e un po' di aiuto da parte dei miei, ho intenzione di continuare così per tutto l'anno. Ieri l'altro, per la mia gioia, il prof mi ha detto che probabilmente porterò un pezzo a mia scelta ad un saggio, e stasera deciderò quale. Mi è dispiaciuto non suonare al saggio dello scorso giugno, ma del resto non studiavo mai. Potevo andarci solo come spettatrice. E ho continuato a non suonare finché non mi è stato detto fuori dai denti "o dentro fino in fondo, o fuori fino in fondo". E' tempo di essere drastici.
In questi giorni sto prendendo parecchie decisioni di grossa entità, e spero di non starlo facendo con troppa leggerezza. Stare nel limbo non è semplice, specialmente se la facoltà di prendere una posizione ed uscirne sta nelle tue mani. Gli altri ti fanno un sacco di pressione per decidere una cosa oppure un'altra. Andare avanti o fermarsi. Fare una cosa o non farla. Tra settecento metri, girare a destra o andare diritto. In quest'ultima situazione, il navigatore satellitare sarà di un'insistenza esemplare nell'intimarti di girare a destra.
Comunque, voglio continuare ad andare avanti con il conservatorio. Non devo rovinare di nuovo tutto con la mia pigrizia, questa volta mi impegnerò. Adesso che ci penso, è veramente una vita che non suono la chitarra in pubblico come solista. L'anno scorso con l'orchestra delle medie ho fatto delle piccole parti, ma non è la stessa cosa. Quindi, se ci do dentro, riuscirò a perseguire il mio obiettivo, e questa sarà la mia bibbia da musicista. Io, una musicista. Mi suona come una definizione molto altisonante.

Ho finalmente finito il disegno di cui avevo parlato in diversi post prima d'ora. Non è venuto male, direi. In realtà, non ricordo se l'ho scritto qui, ma era tutto finalizzato a fare un regalo decente al mio ragazzo per i nostri 8 mesi. La nostra sfortuna è che, in 8 mesiversari, non siamo riusciti ad uscire insieme nemmeno una volta il giorno stesso. Abbiamo sempre festeggiato o in anticipo o in ritardo - quando abbiamo festeggiato. Comunque, sono contenta di essere riuscita a finirlo tutto e che sia venuto più o meno come me l'ero immaginato.

E adesso, ora locale 18:12, stacco il computer e mi attacco alla chitarra. Prima faccio gli esercizi di meccanica, prima potrò studiare il pezzo per il saggio, e qualcosa mi dice che nei prossimi post non parlerò d'altro!

domenica 6 novembre 2011

Semplice.

Quel che hai fatto è semplice:
Hai aperto tutti i cassetti,
Tirato fuori i miei sogni,
Ci hai costruito un mondo
solo nostro.
E in questo mondo di sogni
Vivo.

Già, semplice. Che poi, parlare di semplicità in un mondo così complesso, abitato da creature con reazioni chimiche nel loro cervello così straordinarie da riuscire a far provare loro emozioni e a farli pensare... è tutto dire, insomma. Ma non sto facendo un convegno sulle scienze.

Ok, è una frase molto consunta, quella che sto per scrivere, ma... sono i gesti semplici quelli che ti fanno stare bene. Intendo, quando li ricevi da persone speciali. Perché il fatto che una persona si preoccupi per te anche solo per un attimo e faccia qualcosa di piccolo, come un regalo o anche semplicemente una frase di affetto, per un momento ti fa sentire importante.
Io sono letteralmente impazzita per un pupazzino tratto da un manga (il nome del pupazzo è Mokona - per la precisione quello nero, che ho io, si chiama Larg - ed è tratto da Rayearth delle Clamp, anche se io non l'ho letto. Però c'è anche in Tsubasa Reservoir Chronicles, sempre delle Clamp. Checcariiinooo! **), che mi ha regalato il mio ragazzo. Beh, è piccolino, non è niente di che, ma
  1. me l'ha regalato il mio ragazzo, il che è tutto dire;
  2. è piccolino e puffettoso, e se c'è qualcosa che fa appello ai miei più forti istinti coccoloidi, quelli sono i pupazzi piccolini e puffettosi;
  3. il fatto che io ne sia in possesso implica che lui quando è stato a Lucca HA PENSATO A ME! Lui era lì a divertirsi in mezzo a 6584654 cosplayer, io ero in casa a guardare i miei familiari sclerare uno dopo l'altro, ma HA PENSATO A ME :')
Sto passando un periodo proprio felice.
Avevo diverse cose in sospeso, ma piano piano le sto risolvendo una ad una, a cominciare dal conservatorio. Ieri l'altro la lezione di chitarra è stata un disastro. Il prof me l'ha detto fuori dai denti che quest'anno ho l'esame di conferma e quindi sono obbligata a studiare con moltissima costanza, se no sono automaticamente fuori. Sono ancora indecisa, però mi dico, sempre meglio stare due ore al giorno con la chitarra in mano che due ore al giorno al computer a fare... beh... NIENTE. E così ieri ho ufficialmente ripreso ad esercitarmi, stavolta si spera per tutto il resto di quest'anno. Il prossimo step è trasferire il momento in cui studio dalla fascia oraria in cui finisco di cenare a quella in cui finisco di fare i compiti. A dire il vero quando penso al conservatorio, specialmente all'esame di conferma e a tutto il tempo che assorbirà se passo, mi viene un po' di ansia. Vorrei tutto subito, in effetti. Me ne sono resa conto ieri suonando. Non posso avere una tecnica perfetta in una sola sera. Devo essere più perseverante!!!
Per quanto riguarda la gelosia, invece, in questo momento il mio subconscio è quiesciente. Non so se mi è passata del tutto - anzi, sicuramente non mi passerà mai del tutto, ma un po' è normale essere gelosi - oppure è solo per via che non ho ancora incontrato una determinata persona mentre ero in compagnia di un'altra determinata persona durante l'intervallo. Non mi resta che aspettare. Francamente non voglio fare delle storie per niente... Stavolta però appena starò male devo dirglielo, al mio ragazzo. Non è un buon proposito o cose del genere... è che gliel'ho promesso. Giuro che appena torno a stare male gli spiego tutta la storia. Ok, gli sembrerà una cosa fuori dal mondo, ridicola e assurda, ma sono fatta così e se non mi vuole cosa ci sta a fare con me. Oh, e poi dimenticavo: tutta questa storia della gelosia non è colpa mia, ma del mio subconscio.
Una cosa del tutto inaspettata ma, stranamente, vera, è che sto dimagrendo. Non ci credo nemmeno io, in effetti, e poi a dire il vero non ci faccio troppo caso (non mi peso, non prendo le misure di giro vita, fianchi ecc...). Poi non è che stia perdendo tutti questi chili, attenzione. Sto uccidendo il mio grasso con  una lenta tortura a base di attività fisica. Ginnastica al venerdì e nuoto al sabato, sul lungo periodo, non sono mica poco.
E a proposito della piscina, ieri abbiamo provato finalmente uno stile nuovo (beh, nuovo rispetto a dorso, stile e rana). A un bel momento, l'istruttrice ha detto: "Adesso fate 4 vasche, battendo entrambe le gambe contemporaneamente" poi ci ha spiegato come fare esattamente, e nella mia memoria si è accesa una lampadina, ah, è lo stile delfino!, ho pensato. Sono arrivata alla fine della vasca che non mi sembrava quasi di aver fatto fatica. Non è tanto il fatto che io sia riuscita a farlo correttamente al primo tentativo, ma... non so come descriverlo. Tipo che mi ha lasciato una bellissima sensazione addosso. Inutile dire che, uscita dalla piscina, non mi reggevo in piedi. Non vedo l'ora che sia di nuovo sabato per rifarlo :D
Altra cosa a cui mi sto dedicando, è il mio famoso disegno, quello che ci ho messo tre settimane solo a scrivere i caratteri gotici perché non trovavo mai il tempo. Oggi ho finito tutta la parte inerente al disegno e ho iniziato a colorare. Da adesso in poi, pastelli is the way! Tra cinque giorni al massimo sarà finito... non è un tempo stimato, è una scadenza ç_ç però direi che ce la posso fare tranquillamente. Dico tanto di questo disegno che sia un lavoro lungo e faticoso, ma avrei potuto farlo in molto meno tempo, se mi fossi data una mossa. Comunque sia, tanto indietro nel tempo non posso tornare.

Michael Ende dice, in Momo, che "tutto il tempo che il cuore non percepisce è perduto". Quanto è vera questa frase. Descrive perfettamente la mia situazione in tantissimi casi, e soprattutto fornisce un'eccellente chiave di lettura per le frasi come "vivi la vita fino in fondo" e via dicendo. La chiave non sta tanto nella parola cuore quanto nella parola percepisce. Il tempo che veramente buttiamo via è quello che passa senza che noi proviamo un sentimento, sia esso positivo o negativo. Potrebbe essere tempo buttato via anche quello che passano le persone che non amano il proprio lavoro a buttarcisi a peso morto. Quindi, qual è il punto: per poter dire veramente di non aver avuto rimpianti e non aver buttato via del tempo, bisogna riempire la vita non di cose o di esperienze, ma di sentimenti. Uh, sì, è una frase molto filosofica e profonda :3 Adesso devo spegnere il computer, andare a mangiare e spaccarmi le dita a suonare! Forza forza forza!!!