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giovedì 29 dicembre 2011

Bilancio di fine anno.

Mmm. Ci tenevo a scrivere qualcosa per celebrare la fine di quest'anno, avevo anche parecchie idee, ma quando ho cliccato su "nuovo post" una spugna mentale imbevuta di acqua mentale ha cancellato tutti gli appunti mentali sulla mia lavagna mentale. Ehm.
Progettavo di scrivere di un'ottima annata, l'anno in cui avevo trovato i miei veri amici, l'amore, un posto nel mondo, una reputazione e il mio quindicesimo compleanno, quando un servizio al telegiornale sull'anno passato mi ha fatto tornare in mente tutte le cose tremende che sono successe (ne vogliamo parlare? Tra la crisi e tutte le guerriglie/proteste pacifiche/casini vari che sono successi e stanno succedendo in Oriente, per non parlare poi di tutti gli scandali di cui si è coperto il precedente governo... Avrei potuto scrivere un trattato solo su questo ._.). E quindi... e quindi, per farla breve, mi sono sentita profondamente idiota e radicalmente superficiale (ma la mia vena poetica esiste ancora, essendo io capace di accostare due concetti così opposti come la superficie e le radici). No, sul serio. Io che pensavo di scrivere qualcosa tipo "Oh sì, il 2011 è stato un anno decisamente meraviglioso! Mi ha dato tutto, tutto ciò di cui avevo bisogno. Sono partita che ero uno zero, sono arrivata ad essere me stessa" e via dicendo. Il servizio al tg invece mi suggeriva qualcosa del tipo "Quest'anno è stato grande. Terribile. Catastrofico, ma siamo riusciti ad arrivare alla fine".

Insomma, il modo in cui ho vissuto quest'anno come individuo è diametralmente opposto a come l'ha vissuto il mondo. Ci sono rimasta malissimo. Però, scusate per la superficialità, l'egocentrismo e il narcisismo del mio essere, ma se dovessi parlare di quest'anno adottando un punto di vista specifico, parlerei di come l'ho vissuto io. Paradossale.
Indignata per ciò che succedeva, lo sono sempre stata, almeno sul momento, eppure dopo una settimana avevo già dimenticato tutto, presa da vicende psicologiche e drammi di varia natura. Politicamente impegnata, ho iniziato ad esserlo proprio quest'anno (no, a dire il vero dal 2010), eppure sono sempre costantemente impegnata in mille e un interesse, così che non mi resta veramente il tempo di coltivare altri aspetti di me. Non che non mi interessino tutti i drammi che vive la gente e tutti gli scandali che ci sono stati eccetera, ma tendo a metterli in secondo piano. Non è una cosa volontaria. Se non avessi niente da fare dalla mattina alla sera e dovessi decidere in che modo dare un senso alla mia vita, mi dedicherei a tematiche sociali e cose simili. Nel momento in cui mi devo giostrare tra liceo, conservatorio, laboratorio teatrale, corso d'inglese e collaborazioni con l'orchestra delle medie, tutto questo passa in secondo piano.

Sono soddisfatta di me per quest'anno. Ma poi, perché si ragiona sempre per anni? Come se il passaggio dal 2011 al 2012 provocasse un qualche cambiamento mistico nell'ordine delle cose, per cui si dovrebbe stravolgere tutto o dovrebbero iniziare ad esserci alti e bassi che prima non c'erano. Le cose iniziano quando devono iniziare, a prescindere dalle nostre empiriche supposizioni (ecco che inizio di nuovo con i miei ragionamenti sul senso delle cose). Anche quel detto, che se fai qualcosa il primo dell'anno continui a farla per tutto l'anno. Non ha senso. E se io prendo e decido che il mio primo dell'anno è il venti di aprile? Decido che quel giorno sto a casa e mi dedico a me stessa, e per tutti i 365 giorni che seguiranno continuerò a fare le stesse cose fatte il 20 aprile. Nessuno in teoria potrebbe dirmi di no.

Beh, basta dissacrare la magia dell'anno nuovo adesso. Credo che andrò a leggermi un libro.
Come si fa a salutare un anno? Penso che questa sia l'ultima volta che scrivo prima del 2012. Quindi se leggete buon anno ^^ penso che questo sia sufficiente.

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