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giovedì 14 giugno 2012

Boh.

Questi primi giorni senza scuola per me sono stati tutto fuorché vacanza. Anche se ci sono stati momenti e giornate in cui mi sono sentita decisamente libera, purtroppo dover ancora sostenere un esame al conservatorio (per prepararmi al quale mi restano ancora una decina di giorni... aiuto! Non lo passerò mai) e averne sostenuti due nei giorni scorsi implica che un tot del mio tempo è stato occupato irrimediabilmente.

Domenica sono stata in montagna, in un posto assolutamente paradisiaco e per i tre quarti incontaminato. C'erano 3 o 4 case, campi sterminati con tanto di balle di fieno, bosco e sentieri ripidi tutto intorno, un bel giardino con un tavolo di pietra e un dondolo cigolante su cui io e i miei amici ci siamo subito stravaccati senza contegno alcuno, un fiumiciattolo, una famiglia e due cani. E molto, moltissimo vento. E' stato assolutamente meraviglioso. La natura incontaminata su di me ha un effetto fantastico, torno in qualche modo completamente rigenerata.

Martedì, tra l'esame del First Certificate e la penultima lezione di solfeggio, stavo impazzendo. Sono tornata a casa morta di stanchezza. Ed è degna di nota la mia avventura metropolitana alla scoperta del tragitto della navetta C.
Ero a bordo, aspettando la fermata del conservatorio. Ero tranquilla, non pensavo a nulla, avevo lo sguardo perso nel vuoto, quando a un tratto mi accorgo di non sapere dove mi trovo. Dapprima ho pensato a una deviazione del tragitto, poi al fatto che forse ero saltata sul bus sbagliato. Ho chiesto all'autista se fermava al teatro comunale. E il momento in cui mi ha risposto "Veramente era quella prima", rimarrà impresso nella storia per sempre. Lentamente ho realizzato di essere così persa nel mio mondo anglofono, in quel momento, da scordarmi completamente di scendere. Non mi ero minimamente posta il problema. Così, spaurita come sono e con il mio senso dell'orientamento pari alla reattività di un bradipo, mentalmente avevo pianificato di restare a bordo del bus fino a quando non fosse ripassato dal conservatorio, dato che fa un percorso circolare. Ero completamente in panico. Avevo paura che, una volta arrivata alla fermata di Cestello, la navetta per qualche ragione astrusa non sarebbe tornata indietro, e guardavo una Bologna a me completamente ignota scorrermi davanti agli occhi, senza la più pallida idea di dove io fossi. A volte mi sembrava di vedere vie familiari, ma è solo il simpatico effetto che danno le città con i porticati tutti uguali. Pensi di non esserti perso. In realtà sei in tutt'altro posto rispetto a quel che credi. Il sollievo è arrivato quando la voce stridula tra una fermata e l'altra ha smesso di dire "Linea C - via Castiglione Cestello" sostituendolo con un più rassicurante "Linea C - Stazione Centrale", che mi garantiva che in fondo in fondo, anche se non sapevo dove mi trovassi, ero in una botte di ferro. La fermata del conservatorio è arrivata, appena è stata annunciata l'ho prenotata istantaneamente, e mi sono sentita molto turista quando, scendendo dalla navetta, ho salutato l'autista con la mano. Alla fine, anche se ci ho scambiato due parole in croce, era come se lo conoscessi.
E mentre mi incamminavo dal chiostro ai piani superiori, con il sole che filtrava illuminando tutto e stralci di musica che provenivano da tutte le aule, non ho potuto fare a meno di sentirmi felice, perché, nonostante tutto, ero viva. E ce l'avevo fatta da SOLA.

Stamattina, invece, esame di solfeggio. Non è andato male, ma la giornata in sé è stata alquanto strana. Tanto per cominciare, l'esame è cominciato un'ora e mezza più tardi del previsto. Poi, ho fatto meglio i parlati che i cantati, cosa per me fuori dal mondo (ma aveva anche senso perché i cantati li ho presi sottogamba e completamente ignorati, sicché non li sapevo affatto bene). Ed è saltato, di conseguenza, anche il giro di shopping che avevo programmato subito dopo l'esame. Ci sono state tante cose che non mi aspettavo. Quindi una volta arrivata a casa, sono crollata sul letto a sonnecchiare. Però, il senso di libertà che ho provato dopo essermi liberata dell'ennesimo esame è stato meraviglioso. Ora devo solo fare la conferma di chitarra. E poi avrò finito tutto, tutto! Non ne posso veramente più.

Domani di nuovo a Bologna, ma almeno la mattina potrò dormire un po', perché parto di pomeriggio. Ma starò via fino alla sera. E sarà anche bene che io trovi la voglia, dalla via che sono sotto esame. Poi, starò via due giorni, che vado a trovare i parenti di giù. E se non fossi partita, probabilmente sarei stata sabato in piscina e domenica alla festa nazionale dell'ANPI. Ma perché mi riempio sempre di impegni anche quando non c'è scuola, io mi chiedo!

Sigh, essere me è decisamente sfiancante.

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