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martedì 5 giugno 2012

Quasi alla fine.

Inizia sempre durante le ore dei prof meno rigidi, quelle ore in cui sai che anche se ti allarghi a fare una gag, non ti succede niente e non rischi di finire in presidenza. Inizia quasi in sordina, parlato, una voce sola:
"Il corpo nazionale dei vigili del fuoco..."
Nel giro di frazioni di secondo, si aggiungono altri due, tre, quattro, ragazzi e ragazze, via via sempre più convinti, le voci sempre più alte, che esplodono, ormai irrefrenabili, con grande disappunto del prof, e se sbagli le note chissenefrega, se sbagli le parole basta seguire il resto del gruppo.
"Il pompiere paura non ne ha, il pompiere paura non ne ha!"
Ovviamente, nel grande coro di massa, come potrei mancare io? In gita a Roma, eravamo alle prese con i cori da stadio. Che ricordi. Quando saremo nella curva nord, come una bomba il tifo esploderà. Poi, non so da chi è partita l'idea dell'inno dei pompieri, ma quel che è certo è che mi è rimasta fissa in testa, in questi giorni. In questo periodo è un motivetto che si sente in parecchie classi, chissà come mai.

Sono dei momenti che adoro. Anche se non è, diciamo, esattamente ortodosso, per una studentessa modello come me (u.u), iniziare a cantare cori a squarciagola. Mi piace l'idea di avere una classe in cui mi trovo così bene da poter aggregarmi addirittura ad un coro.
L'anno scorso era del tutto diverso. Se c'erano dei cori, spesso la parola principale era "Buffona!", e la destinataria ero io. A dire il vero non è che succedesse spesso, e io ero parecchio suscettibile, sicché credevo di essere detestata da tutti, mentre in realtà mi si stava soltanto prendendo in giro in maniera più o meno amichevole. Che odio che avrei, verso quella che ero l'anno scorso. La liceale rigida e frigida, che fa finta di essere socievole e poi invece si rintana in un angolino a piangersi addosso. Mi sentivo una tessera inserita nel puzzle sbagliato, totalmente estranea.
Poi, il tempo è passato, alcune persone sono rimaste, altre sono andate via, altre sono intervenute affinché altre ancora cambiassero, io sono cresciuta ed eccomi qui a pensare che durante le vacanze la mia classe mi mancherà. Una cosa inaudita.

Si sente un sacco l'atmosfera degli ultimi giorni. La voglia di fare è pressoché zero, il caldo è esponenziale, i prof pare che più ci si avvicini alla fine dell'anno più siano determinati a lavorare, fare verifiche e interrogarci... Ieri l'altro ho ripescato, circa dal nulla, i panni estivi. Che ricordi. Alcune magliette le avevo del tutto rimosse dalla mia memoria, altre invece, le avevo inconsciamente cercate per mesi, dato che anche in primavera si sarebbero tranquillamente potute mettere. La maggior parte sono acquisti dell'anno scorso, o, al massimo, di due anni fa. Ed è meraviglioso metterle per andare a scuola. Sanno tanto di estate, di fine.

Credo che sarà l'estate più impegnata di tutta la mia vita, 3-4 esami e ben due viaggi. E il mio primo volo in aereo. Io!!! Su un aereo!!! Quando mai si è vista una cosa del genere? Sono così emozionata, e felice, anche. Molto felice. E da tutta questa apatia estiva mista a impegni vari e tanta felicità mi separano soltanto tre giorni. Solo tre.

Gli ultimi tre giorni di scuola. Cavolo, è finito anche quest'anno e io come al solito stento a rendermene conto. Cosa c'è di tanto difficile? L'anno scolastico è finito. Finita l'epica collaborazione con la mia compagna di banco, finite le verifiche, le interrogazioni, le cose da studiare, finita la sveglia quotidiana ad orari random (non so il perché, ma mi piace puntarla ad orari strambi, come 6.57, 7.11, 7.04), finite le attese costanti per la campanella successiva, e per gli intervalli, soprattutto; e finiti gli intervalli, che a dire il vero sono piuttosto vuoti (anche se oggi in quinta geometri si sono tutti vestiti in modi stravaganti. Ce n'era uno con un pareo, uno vestito da pirata, con tanto di petto scoperto e occhiali tondi, uno con una parrucca arancione, e via dicendo. Ho riso come una forsennata. Quando sarò in quinta, lo farò anche io); e fine dei cori da stadio, dell'inno dei vigili, delle urla del prof di ginnastica durante le lezioni...
Insomma, l'insofferenza verso la scuola c'è sempre. Però l'atmosfera è del tutto diversa. Mi aggiro per i corridoi, o mi guardo attorno in classe, pensando "tutto questo mi mancherà".

Mai più un anno così, è da maggio che mi sono resa conto che prendere così tanti impegni è un vero e proprio suicidio. Assolutamente. Ho fatto tante esperienze, mi sono divertita, e ho sperimentato l'orribile sensazione di un'imminente crisi di nervi. La cosa che mi sorprende è che io sia ancora viva, dopo tutto questo correre in giro per mesi consecutivi. Però, sotto il punto di vista della scuola, credo che sia stato il mio anno migliore. A livello sociale, soprattutto. Sono in una classe dove la gente mi considera. Chi l'avrebbe mai detto? E pensare che l'anno prossimo, in tre o quattro andranno via. Tre o quattro tra i più simpatici, per di più... Mi mancheranno anche loro, a maggior ragione.

Voglio bene alla mia classe, a tutti, anche se quelli che leggeranno questo post saranno due a dire tanto. Quest'anno è stato veramente pieno di tutto, di cose positive e negative, gente che è arrivata, gente che è andata via. Alcuni il prossimo anno li rivedrò, alcuni no. E intanto anche questi pochi ultimi giorni di scuola passeranno, e mi aspetta un'estate oltre ogni previsione, ricca di incognite, anche sentimentali, volendo.

E dato che, come al solito, ora devo correre alle prove per l'ennesimo spettacolo teatrale, direi che con i discorsi-di-fine-anno la posso anche piantare qui :)

2 commenti:

  1. Sono contenta che il tuo bilancio di fine anno sia positivo! Ti auguro di arrivare al quinto anno con la stessa voglia che hai ora di fare pazzie! ;)

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    1. Beh, col senno di poi posso riconfermare tutto quello che avevo previsto... E la tendenza alla pazzia cronica è ancora tantissima!!!

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