Cerca

lunedì 9 aprile 2012

Disintossicandomi.

Prima di partire coi miei discorsi strampalati, come mio solito, colgo l'occasione, dato che ieri, presa da circostanze urgenti (non potevo staccarmi da quelle povere uova di cioccolata, erano lì a implorarmi di mangiarle!!!), non ho scritto nulla, per augurarvi buona Pasqua e buona Pasquetta... Oh beh, dato che ormai sono entrambe bell'e che passate, a questo punto spero che le abbiate passate in un modo piacevole ^^

Vergato è un posto totalmente inaspettato, ecco. E' paradossale come, a pochi chilometri di distanza, ci siano le giostre da una parte, con un agglomerato assurdo di persone, e i campi sportivi dall'altra, totalmente deserti, attorniati dalla natura e... insomma, sono stupendi.

Prima che arrivasse l'inverno, andavo spesso a correre lì col mio migliore amico, ma ci si limitava a stare sulla pista, oppure sul campo di sfogo. Prima ancora, ci ero stata poche volte, ma era sempre stato il posto in cui ambientavo i miei sogni di gloria sulla scia di "quando avrò una balotta anch'io...". C'è un'atmosfera a dir poco stupenda, nelle giornate di sole, specialmente in quelle ore del pomeriggio vicine al tramonto. E' tutto così languido, dorato, allegramente silenzioso e in qualche modo quasi onirico. Se penso che oggi avrei potuto andare alle giostre, spendere un mare di soldi e stare nel mezzo del caos, tra luci caleidoscopiche, musica a palla e gente con cui mai vorrei avere a che fare, penso che sono quasi stata salvata. In fondo, in realtà cosa mi piace delle giostre? L'adrenalina, poter urlare e scatenarmi e passare inosservata, e la bancarella dello zucchero filato. Per il resto, non è un grande ambiente. Zucchero filato se ne trova anche altrove, o si vive anche senza, e ad ogni modo già per quest'anno l'ho comprato e ne ho fatto una scorpacciata. E puoi urlare e scatenarti anche in un campo d'erba alta, che delle due è meglio, perché hai tutto lo spazio che vuoi per correre e saltare allegramente in giro.

Correre... E' così liberatorio. In realtà, ultimamente mi sto rendendo conto di quanto sia bello lo sport come valvola di sfogo. Tipo che quando ho una botta di depressione, o una rabbia incredibile per qualche motivo, o qualcosa di cui vorrei liberarmi, faccio una corsa così, di potenza, più veloce che posso, sbattendo i piedi per terra, forte, più forte, spiccando ogni volta una falcata più larga, sentendo il vento tra i capelli, urlando, magari. Oppure due o tre vasche a nuotare, ma di quelle fatte a busso, facendosi strada con vigore, spingendo via l'acqua, quasi senza prendere fiato, roba da uscire dalla piscina a pezzi, ma felici... liberi, possibile?

Davvero, non so bene perché, ma dopo aver passato due ore e più nel mezzo del nulla, mi sento una persona decisamente migliore. Rilassata. Ad un certo momento siamo arrivati a una distesa d'erba assurda, tipo in cima a una collina. Era incredibilmente soleggiata, silenziosa e lontana da tutto. C'era solo una strada in cui, in un'ora che siamo rimasti lì, è passata solo una macchina. Si stava benissimo. Accarezzare l'erba, correre a rotta di collo giù per il prato, sentire addosso e intorno il calore del sole. Secondo me, è di gran lunga meglio che andare ad ammaccarsi su una giostra. Andarci da soli non è il massimo, la cosa è anche abbastanza noiosa. Però ero col mio migliore amico. Che ganzata. Non ero sola, quindi non mi annoiavo, ma potevo comunque fare quello che volevo, tanto ormai lui mi conosce e sa che sono folle. Ragion per cui ho passato il tempo a saltellare e scorrazzare in giro come una bambina, e fare braccialetti con le margheritine, come se fossi stata una scolaretta delle elementari che trova un modo tranquillo di passare il tempo a ricreazione. C'era il caso che rimanessimo lì fino a tarda sera, se non avessimo tenuto d'occhio l'orario. Quando trovi un posto del genere, ti viene voglia di restarci. Senti affermarsi nel corpo la volontà di rimanere, il benessere, senti di essere libero da qualunque altra fonte di disturbo, senti di non aver più bisogno di quel mondo assurdo fatto di cemento, smog, informazioni e caos, e dire che quel mondo è lì che pulsa a una manciata di chilometri di distanza. Così vicino, e così lontano insieme.

E così, ce ne stavamo lì a parlare di tutto e di niente, mentre il tempo scorreva, e non era quel tempo viscoso e passivo che inciampa e arranca in certe giornate passate all'insegna dell'ozio o in preda a un disagio, era voglia di fare e di dormire allo stesso tempo, tipica sensazione primaverile, e non passava in fretta. Era normalità. E non sentivo più nessun bisogno, anche se avrei gradito avere con me una corda per saltare e un pezzo di cioccolata, così, per dare sapore al tutto. Ma il puro e semplice fermarsi, sedersi e fregarsene di tutto il resto era già abbastanza, e aveva anche un che di curativo.

Dato che è stata una cosa così sparaflashante, si è deciso che tutte le domeniche passeremo almeno almeno tre ore ai campi. Una per il tragitto (dato che ce la prendiamo infinitamente comoda e ci possiamo mettere mezz'ora solo al ritorno), una per correre, saltare e fare acrobazie in giro, e una per sedersi nell'erba e ciarlare, che non è mai male. E' un ottimo proposito. Mi sento bene solo a pensarci. Ed è uno dei motivi per cui mi piace tanto la primavera. Mi fa sentire così... viva.

Mmm, credo di aver finito, e direi che si è fatto abbastanza tardi. Quindi smetto di tediarvi e vado a cercare l'ispirazione celeste per il prossimo post :3

Nessun commento:

Posta un commento