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martedì 25 settembre 2012

Vorrei smetterla con questa sfilza di post depressoidosi. Davvero.

Forse mi ero già chiesta questo: come si fa ad andare avanti se sei ad un crocevia con, fai, 100000 strade diverse che sono tutte sbarrate?

E la risposta è: non si può. O si torna indietro, o si aspetta un intervento divino che cambi le cose.

E io sono due mesi e dieci giorni che cammino in tondo come un'idiota nella piazza del crocevia. Aspettando l'intervento divino di cui sopra.

Pazza!

1 commento:

  1. Alle volte per poter andare avanti, è necessario andare prima indietro. Ma è anche vero che prima di affrontare un problema, bisogna chiedersi se questo problema meriti di essere affrontato, o se esista veramente. E soprattutto, alle volte non bisogna blandire solo le soluzioni canoniche, ma abbandonarsi alla follia ed alla urgenza. Quando una strada è sbarrata, o una porta è chiusa, i canoni della buona educazione suggerirebbero di attendere, di bussare o di attenersi al divieto. Ma nessuno ha detto che essere buoni ed educati, o ligi alla legge, per forza ripaghi. Si può credere che sia più opportuno rompere gli indugi e cominciare a scalciare e piegare, finché le forze lo consentiranno, quelle benedette sbarre. altrimenti, bisognerà studiare e progettare quali siano le strade alternative, che portano allo stesso punto di arrivo. Nessuno garantirà che sarà facile, ma è uno dei casi in cui val la pena fermarsi, tornarsene indietro e progettare, studiare e calmarsi.

    Buona fortuna

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