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domenica 9 dicembre 2012

Pose.

Mi scuso del mio prolungato silenzio, dovuto a boh, non so cosa, e riprendo i miei soliloqui strani e insensati.

Ecco una cosa che non so fare. Mettermi in posa per le foto. Curioso notare come, non a caso, tutte le foto della carta d'identità, del libretto delle giustificazioni e di altri siffatti formalissimi burocratici contesti, mi ritraggono con un'espressione altamente idiota che mi ritrovo a odiare. Io non sono così. Non ho la schiena perennemente dritta, il sorrisino ebete ibernato nei muscoli facciali e lo sguardo perso nel vuoto dove dovrebbe esserci un'ipotetica macchina fotografica. No, direi di no, non credo per niente nelle pose. Non ci rappresentano (almeno non il più delle volte. E se uno è una posa allora è una persona veramente triste). Sono sempre stata fautrice (e autrice) delle foto a sorpresa, quelle che tiri fuori di soppiatto il cellulare mentre i tuoi amici ridono sguaiatamente senza sospetti, e a tradimento catturi espressioni che quando sei in posa non puoi assumere. Catturi la disinvoltura. Quando vedo foto scattate a mia insaputa il più delle volte in fondo mi piacciono, anche se sulle prime rimango pensando "E quando mai la mia faccia mentre parlo ha quella forma? D:". Alla fine sono sicuramente più rappresentative dei tentativi burdi di fototessera fatti in casa da mio padre.
Non sono fatta per stare in posa, non sono fatta per stare negli schemi. Non sono una ragazza immagine, non sono una di quelle che camminano dritte senza mai inciampare in niente e senza mai rovesciare cose a caso. Non sono una che presta attenzione alla discrezione in funzione dei giudizi altrui. Io sono una che gira con felpe logore e larghissime di persone care, e chisseneimporta se gli altri pensano che sono troppo logore e larghe per rasentare la decenza; una che metterebbe enormi fermagli a forma di fiore tra i capelli anche adesso e anche se non siamo alle hawaii, se non continuassi a perderli in giro in continuazione; sono una goffa, imbranata, persa nel proprio mondo dove esistono la Pangea e il teletrasporto; una che inciampa in un gradino o scivola su una lastra di ghiaccio mentre un cilindro umano dai capelli cotonati, spettatore casuale, se la ghigna da sotto la sua maschera di fondotinta. Amore mio, ricordati di metterne un po' di più la prossima volta. Sai, ti si vedono dei brufolini giusto lì sulla fronte... E poi hai visto mai che il tuo naso rimpicciolisca, così facendo.

Sarete belli voi, con le vostre tonnellate di trucco, le vostre schiene burocraticamente dritte, il vostro sguardo burocraticamente perso nella fotocamera e il vostro esser convinti che la perfezione sia un modello (e meno male che non sto a parlare di quell'orda di gente che pubblica autoscatti in cui fa facce strane o mette in mostra il corpo, perfetto o photoshoppato che sia, perché anche lì ne avrei tante da dire). Restate pure nelle vostre pose statiche, che se muove un alito di vento poi passate le successive 3 ore a risistemarvi. Credete pure che sia perfezione, dai. Boiate.

Ognuno di noi può essere perfetto con le persone giuste al proprio fianco, o con una logora felpa XXL addosso e un fiorellino verdeazzurro tra i capelli.

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