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giovedì 1 settembre 2011

Di nuovo settembre!

Stamattina quando me ne sono resa conto ci sono rimasta quasi male. "Ancora 18 giorni di vacanza", mi sono detta. Quindi, ora di darsi una mossa a finire i compiti, sia per la scuola, sia per il conservatorio... Oggi infatti ho finalmente ripreso a studiare solfeggio. Tutto sommato, è un bene che fra un po' si riparta con scuola e tran-tran vari. Non sarei certo di quest'opinione se le mie vacanze fossero interessanti. A parte il periodo al mare, passo i miei giorni a fare niente e perdere tempo. Per di più, non avevo quasi compiti... Li ho iniziati la settimana scorsa e sono a metà, me ne libererò a giorni. Sì, il liceo scientifico è talmente impegnativo... Ahahah! Ultimamente sto passando le giornate attaccata al computer per ore e ore. Non è bene per niente. Quando mia madre ieri sera mi ha fatto notare i miei occhi gonfi, ho pensato che stavo proprio esagerando. Oggi ho fatto i miei bravi sforzi per non toccare assolutamente il pc. Quello di cui mi rendo maledettamente conto è che dovrei fare qualcos'altro. Qualcosa di più oltre a uscire al pomeriggio. Le volte in cui sono uscita dal mio paesuccio di montagna si contano sulle dita di una mano... Non sto scherzando! Credo che il problema sia anche la passività dei miei. Ormai si sono ridotti a uscire quasi solo per lavorare e andare a fare la spesa, credo che se ci portassero in giro un po' più spesso cambierebbero anche un po' come mentalità e si convincerebbero che non muoio se esco un paio d'ore tutti i giorni - quantomeno d'estate. Penso che quello che non hanno ben chiaro è che comunque la scuola e i compiti assorbono poco tempo nella mia giornata. Se preferiscono che io stia tutto il pomeriggio al computer, io posso anche rinunciare a uscire durante la settimana. Poi si lamenteranno dei miei occhi gonfi e del fatto che non ho mai niente da fare. Quando il tempo libero è tanto, uscire non fa male. L'anno scorso uscivo pur tutti i giorni! Adesso nemmeno a pensarci, e quando esco non posso tornare più tardi delle sette meno un quarto. In questo momento mi sta assalendo la voglia assurda di uscire alle cinque, sorridere e annuire di fronte all'ordine di tornare alle sette meno un quarto, dimenticare "casualmente" il cellulare a casa, o magari spegnerlo, star fuori finché ne ho voglia e rientrare volontariamente alle nove o dieci di sera, come se nulla fosse. Conoscendoli, alle sette mi chiameranno, io non potrò rispondere e loro mobiliteranno polizia e forze dell'ordine. Per quelli che non ci credono, si accettano scommesse. Sono determinata nel mio proposito. Più che altro, è mio padre che è inflessibile. Non contempla possibilità di disubbidienza e a maggior ragione per me insubordinarmi sarebbe un motivo di godimento profondo. Basta, adesso, compirò 15 anni tra pochi mesi e l'estate prossima sarò inflessibile. Se non la finiscono, le strade possibili sono due: o divento ribelle ed insensibile alle loro strigliate fino a quando loro non si esasperano, o continuo ad accumulare il mio disappunto finché un bel giorno esplodo e litighiamo... e con "litighiamo" non intendo il classico sbraitare di papà che non lascia possibilità di risposta, ma medito di sviluppare del carisma e fare la voce più grossa della sua, tenergli testa. Oppure illustrargli le mie ragioni diplomaticamente (ma credo che non arriverò a molto). Dicono che se ci parlassi potrei migliorare la mia situazione, ma come faccio? Posso anche fare il discorso più assennato e maturo che sia mai stato proferito. Nella loro testa non ho 14 anni, sono ancora una bambina. In più, anche se mi vedessero per l'età che ho, per loro le quattordicenni è già tanto se escono al pomeriggio o hanno un ragazzo. Quanto mi sono arrabbiata l'altro giorno quando ho sentito mia madre dire che sono piccola per determinate cose. L'anno scorso potevo anche accettarlo, ma... Più passa il tempo più mi sembra che mi stiano istigando a comportarmi male. Vorrei che avessero un'idea di quanto poco io mi sia ribellata. Perché se ne rendessero conto, sarebbe sufficiente che sapessero cosa hanno il permesso di fare le ragazze della mia età. Non una o due pischelle che si atteggiano a ragazze adulte: proprio TUTTE le ragazze della mia età. Però purtroppo sono fatti così. Non so se rendo l'idea di quanto sia chiusa la loro mentalità. Essendo originari del sud - una cosa di cui in famiglia siamo fieri tutti (ormai anche il mio fratello più piccolo ha iniziato a parlare in dialetto napoletano) - pensavano fosse normalissimo e giustissimo avere la mentalità che hanno. Ebbene, quando siamo andati a trovare i parenti di giù, si sono rivelati avere una mentalità più chiusa di chi al sud ci vive. In altre parole, le loro opinioni su quel che alla mia età si può o non si può fare sono basate su quello che potevano o non potevano fare LORO. Una cosa di cui io mi INFISCHIO! Se non mi rendessi conto che è una vera e propria cazzata, scapperei di casa. Anzi... Sarei già scappata! Proprio per il gusto di fargli un dispetto. Anche perché tutto sommato li conosco anch'io da 14 anni, e di loro so tante cose. In passato si sono preoccupati per molto meno. Dovrei trovare il modo di parlarci e chiarire questo discorso. Stasera siamo arrivati al punto che devo chiedere il permesso per rispondere al cellulare se mi chiamano. Io che volevo smettere di pensare alla mia schifosa vita sociale per una decina di minuti, mi sono ritrovata a piangere per tutta la durata della telefonata. Evviva! La scuola mi fornirà una via di fuga da tutto questo. Voglio riempirmi d'impegni. In casa non ci voglio stare. Adesso basta. Con questi discorsi depressoidi sono riuscita a rovinarmi la serata. Però stavo esplodendo.

E adesso è ora di chiudere il pc. Ho già sorpassato il limite, per oggi. Domani sera suonerò. Me lo prometto. Così non potrò stare al computer. Animo, vediamo di dare un senso a questi ultimi giorni di vacanza!

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