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venerdì 1 agosto 2014

Considerazioni sul #100HappyDays

Imbarcarmi nel #100HappyDays è stata una cosa tutto sommato positiva, specialmente considerando le seguenti cose avvenute in concomitanza:
  • La ragazza che è comparsa nel giorno 1, insieme a tutta la sua compagnia, adesso è l'amica più stretta che ho (oltre ad aver cominciato la stessa sfida nello stesso giorno);
  • Sto imparando a ballare, circa;
  • Sono andata a 3 o 4 feste e altri 4-5 eventi sociali di varia natura e ho suonato in 2 concerti e un saggio, senza contare almeno una decina di uscite; e tutto questo nell'arco di soli 100 giorni;
  • Se prima i vestitini nel mio armadio erano una specie rara, adesso ne ho qualcosa come 7 o 8, e nelle valigie per il mare ne ho messi ben 5;
  • Ho fatto per quasi 6 settimane un lavoro noioso e fondamentalmente brutto, e sebbene le prime settimane patissi le pene dell'inferno e mi maldicessi per aver accettato la proposta di lavoro (ero caduta in un circolo vizioso di pensieri negativi sulla scia di "la mia estate adesso è rovinata"), alla fine non solo sono arrivata in fondo al periodo previsto per lo stage, ma ho anche finito il lavoro per il quale ero stata chiamata. La soddisfazione quando mi sono staccata dal computer dicendo "Ragazze, ho una notizia per voi... ho finito le email" è stata indicibile. E tra l'altro il giorno 100 era l'ultimo giorno di lavoro, quindi ho festeggiato due volte;
  • Ho scritto una canzone, nemmeno tanto brutta;
  • Sono sopravvissuta ad un altro anno scolastico, riuscendo a riportare la media a quella che avevo in prima, e subito dopo ho gestito l'esame di licenza di solfeggio (con voti inimmaginabili considerando quanto ero scarsa il primo anno).
In tutto questo il fatto di non aver avuto periodi brutti (o almeno non che fossero particolarmente lunghi) è stato insolito. E magari in futuro potrei anche rifare la sfida da capo, anche solo per avere una scusa per pubblicare foto dei gelati mega che mangio a merenda.

sabato 31 maggio 2014

Cose curiose di oggi. (Day 39)


  • Finalmente ho dormito per un tempo sufficiente, con annesse due buone orette di rotolarsi nelle coperte in attesa della voglia di alzarsi, ed era tanto tempo che non mi tiravo su a un orario tipo undici e venti, e a dire il vero erano anche due o tre settimane che non dormivo abbastanza.
  • Il viola a teatro non porta sfortuna. Tutta la mia fluente capigliatura era viola sotto quei riflettori dorati (tra l'altro caldi, ma caldi, che neanche le lampade dei forni), nessuna prova generale dall'inizio alla fine, due dei sei attori/lettori principali non avevano mai provato lo spettacolo, ma nulla è andato storto.
  • Per andare a fare il suddetto spettacolo avevo messo in conto la necessità di avere con me un paio di auricolari, ma ne ho avuto così poco bisogno che mi sono ricordata solo cinque minuti fa che li avevo infilati nella tasca della felpa, potrei benissimo averli lasciati a Calcara senza essermene accorta.
  • Guardare le foto di quando avevo i capelli del mio colore naturale mi fa strano. Se dovessi mai voler tornare ad avere il mio colore, ci metterò degli anni tra ricrescite e cose varie, e quando ho fatto la prima tinta a febbraio (che era un bel mogano potente) non ci avevo pensato. Ma non mi pongo il problema, perché questo color melanzana (anche se io preferisco dire che è un color mora) mi pare proprio il mio colore ideale, e in tanti mi dicono che sto meglio così.

martedì 22 aprile 2014

One Hundred Happy Days.

Dovrei star dormendo. Ma va', non succede mai che stia sveglia più del dovuto. Vacanze di Pasqua finite in un soffio, durate quanto un normale weekend. Anche se ho fatto più cose, che di solito non faccio (io che esco la sera e sto fuori fino alle undici e mezza? Una cosa del genere non si era mai vista, andiamo). Quello che resta adesso sono due settimane in cui si andrà a scuola tipo quattro giorni in tutto. Passeranno in fretta anche quelle, lo so. Domani è uno di questi quattro o cinque giorni. Ed ecco perché dovrei star dormendo, appunto.

Però di dormire non ne ho voglia, se non altro perché così assaporo gli ultimi attimi di vacanza (?), o forse perché ho nel petto questo strano senso di vuoto, antipatico promemoria del fatto che avrei potuto sbrigare diverse faccende in questi giorni e invece non mi sono mossa per niente. Specialmente oggi. In fondo, che mi costava stare di meno attaccata al computer a perdere il mio tempo in fefinerie per fare qualcosa di utile, se non agli altri, quantomeno a me stessa?

Da un po' di tempo, addirittura da prima delle vacanze, stavo pensando di cominciare una specie di sfida, che consisterebbe nel trovare ogni giorno per 100 giorni qualcosa che mi renda felice anche solo un minimo. Ci ho messo un po' a decidermi definitivamente per una serie di motivi - questo non è un gran periodo e anche adesso che ho preso la mia decisione non sono del tutto sicura che riuscirò a portare a termine la cosa. Però domani si comincia. Ci si prova. Magari a scuola mi farà schifo starci, magari a casa l'ambiente non sarà dei migliori, ma qualcosa di positivo in un'intera giornata ci deve pur essere. Se riesco ad applicare l'intero ragionamento ai prossimi 100 giorni, dovrebbe essere fatta.

Proviamo questa cosa, e vediamo come va.