Invece l'unica cosa a cui la musica fa da sfondo è l'ultimo treno della sera, che mi riporta verso casa, stazione dopo stazione. E l'unica cosa che si vede fuori dal finestrino, nel buio di questo sabato inutile, è qualche lampione solitario, luci aranciate che oscillano mentre il treno curva e sobbalza, lentamente, seguendo la musica. E di fianco al finestrino, ci sono io. Sola.
E penso che domani è San Valentino e forse tu nemmeno mi penserai, perché tanto comunque non stiamo più insieme da due settimane. O magari mi penserai, e ti dirai che hai fatto bene ad agire così, pur di non soffrire oltre. O forse, forse ti manco almeno un po'. Io, dal canto mio, continuerò a torturarmi col pensiero che avrei potuto cambiare le cose. Che ho avuto possibilità innumerevoli di agire in modo da far andare a finire le cose così: noi due che balliamo, seguendo la musica, lentamente ma con trasporto. E sarà il San Valentino più malinconico di sempre.