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mercoledì 14 agosto 2013

Preludio al ritorno a casa.

Sì, è stata una delle vacanze più belle e istruttive di sempre. Non solo sul piano prettamente culturale, ma anche interiore e cazzi vari. Sì, è quasi finita, e sì, non ho fatto tutto quello che avrei voluto come lo avrei voluto, però ho staccato la spina da tutto, e così ho avuto il tempo per raccogliere i pezzi da quel mucchio di cocci che ero e rimetterli un minimo assieme.

Non dico di sentirmi più completa e nemmeno di aver trovato un posto a cui appartengo veramente. Questa bella e grande città di trentamila abitanti migliaio più migliaio meno, pur ospitando un buon 80% dei miei parenti, non mi è familiare, è lontana dal luogo che sono solita chiamare casa, e le cose funzionano tutte in modo estremamente diverso. Se mi trasferissi da mia nonna, ammesso che riuscissi a tagliare definitivamente i ponti con tutto quello che ho a Vergato, e ammesso che fosse fattibile, dovrebbero passare dei mesi prima che io riuscissi ad ambientarmi del tutto. Senza contare che anche qui non sono mancati momenti e giornate in cui mi sentivo così dolorosamente sola. Cioè, andiamo, come fai a sopravvivere senza qualcuno con cui cantare Creep dei Radiohead (o qualunque altra canzone non italiana)?

Se non altro però ho conosciuto gente, imparato cose, visto posti e quant'altro. La gente che ho conosciuto era gran bella gente, le cose che ho imparato sono molto importanti, i posti che ho visto sono bellissimi.
Si dice: vide Napule e po' muor*. E non stento a crederci. Però devi prima vederla tutta, se no non vale. Io ne ho visto un pezzetto proprio piccolo, una mattina per Napoli non è niente. Mi ricordava molto la mia gita a Roma, solo con meno balotta e più vicoli sgangherati. Diciamo che è stato sparaflashante. Più o meno come me l'ero figurato nella mia testa quando ho sentito mia cugina parlarmene. Solo che vederla dal vivo è molto più bello, e soprattutto ti rendi conto perfettamente che una qualunque canzone non italiana non ci azzecca** proprio niente con quel posto. Magari dico anche una scemenza, ma non so perché ho avuto quell'impressione.

Era troppo tempo che non rimanevamo senza papà a casa della nonna. Se fossimo riusciti a fare una cosa del genere tutti gli anni, i miei cugini sarebbero i miei migliori amici. Ora come ora è come se li conoscessi appena, ma pazienza. Non è colpa mia se scrivendogli non si va oltre al "come va?", e tutto questo rende la possibilità di tenerci in contatto in modo decente estremamente difficile. Comunque, mio padre adesso è tornato, e domenica siamo in viaggio un'altra volta, per l'ultima volta quest'anno, e le mie vacanze sono bell'e che finite.

Però sono felice di essere stata qui. E anche di essere stata via tanto tempo da casa, in generale. Penso di essermi ripresa e di essere pronta per tornare a casa senza farmi troppi traumi e paranoie. Ho ripreso persino a scrivere sul diario, pensa un po'. Se riesco a continuare così anche a casa, e a non isolarmi di nuovo, potrò definitivamente dire di essere tornata in me stessa.



*Vedi Napoli e poi muori. Un classico.
**Diciamo che stare qui per tanto tempo ha influenzato anche il mio italiano, dato che il 70% di quello che dico è in dialetto napoletano, il 5% è sangiuseppese maccheronico/sfottò di qualche modo di dire strano, e quindi ci sono fisso aberrazioni verbali in agguato.

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