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lunedì 1 luglio 2013

Un anno fa.

Un anno fa, era tutto completamente diverso, direi quasi diametralmente opposto ma sarebbe una bugia, qualcosa di me è rimasto, l'ossatura della personalità, ma tutto il resto si è sciolto e riformato e rimodellato continuamente come plastilina così rapidamente e così tante volte, e tutto questo ha reso la mia testa un po' confusa.

Un anno fa, ero stata all'estero soltanto una volta, mentre attualmente il numero di viaggi fuori da questo paese ammonta a ben tre, ma non penso affatto di essere una persona più ricca e cosmopolita da allora, anzi. E guarda caso un anno fa era proprio la vigilia di uno di questi due viaggi fatti.

Un anno fa, scrivevo cose del tipo, "non riesco ancora a credere che domani sarò all'estero", e "quest'estate flirterò dibbrutto", e "non vedo l'ora di andarmene di qui", e non so bene cos'altro. Anche se ero troppo zombie per accorgermene, ero caricata a molla. Chissà se lo sarei stata sapendo quanto e come mi avrebbe cambiata partire.

Un anno fa, non avrei mai e poi mai rinunciato a fare un viaggio da qualche parte. E dico mai. Per nessun motivo e per nessuna persona al mondo.

Un anno fa, anche se non avevo più un ragazzo, avevo ancora una manciata di amici e un po' meno chili addosso. E tutto sommato ero anche decisamente più contenta di me. Ed ero io a fare i lavaggi del cervello agli altri. Ma per tentare di farli stare meglio, non per convincerli di qualcosa.

Un anno fa, facevo molte molte molte molte più cose. Più cose facevo, più cose trovavo il tempo di fare. Manco i vulcani in eruzione erano così attivi. E anche questo blog aveva un andamento abbastanza regolare. I post che ho fatto in un anno non so bene quanti siano perché non li ho contati, ma penso che si contino su due o tre mani.

E adesso?

Sono una specie di relitto, adesso. Mi mancano un sacco i ragazzi di Guildford, anche se ne sento solo uno, che è il mio ragazzo quindi direi che ci sta anche. Poi c'è il mio migliore amico. E di tutti gli altri o non importo abbastanza a loro, o loro non importano abbastanza a me, o in certi casi addirittura la cosa è reciproca, sicché non sento comunque nessuno, e non vedo comunque nessuno, e non ho una vita sociale alla fin fine, e fino adesso c'era la scuola e il conservatorio e pensavo, dai, sono costretta a vederle e a parlarci con quelle venti persone, tutto sommato non sono messa così male, ma guarda adesso che non c'è più niente a costringermi di vedere gente.
Sarò onesta, molte cose della gente che fa "vita sociale" non le capisco, come tipo lo sballarsi e l'andare in posti fighi e ricercati, però essendo ancora più onesta, sarebbe bello essere dentro una compagnia, anche se sono un universo parallelo dal mio. Tutti hanno una compagnia, vicina o lontana che sia, occasionale o fissa a mo' di balotta, ma comunque un insieme di persone con cui ci si trova sufficientemente bene da divertirsi in maniera abbastanza continua finché si è assieme. Non che io mi lamenti dell'unica amicizia solida che mi è rimasta, a cui mi aggrapperei con le unghie e con i denti perché è veramente l'ultimo appiglio che mi garantisca una sorta di sanità mentale. Non che un anno fa fosse molto diverso, i complessi perché non avevo una compagnia me li facevo comunque. E non so nemmeno se è qualcosa che veramente mi manca oppure è solo una scusa e c'è qualcosa di più importante che mi sfugge. Sto cercando di lavorarci su.

Voglio riprendermi la mia vita, se non è ancora troppo tardi.

1 commento:

  1. Ciao Mary Blue! Quanto tempo vero ?! ;)
    Beh, sul tema del "riprendersi la propria vita in mano" io sono un'esperta, il mio blog parla chiaro... ed è una grande impresa quella del riprendere in mano le redini della propria esistenza. Difficile senza dubbio, ma non impossibile :-)
    Dai, non è mai troppo tardi... per nulla! Questo ovviamente vale nel momento in cui c'è la determinazione e la volontà. Da non confondere mai con la fretta e l'ansia, date dalla curiosità di vedere cambiare i propri orizzonti.
    Anch'io se guardo il mio passato vedo la mia vita cambiatissima, ma è normale, anche se può provocare malinconia. Non so precisamente la tua situazione, perciò mi limiterò solo a darti tre consigli -numero perfetto- a grandi linee:
    1- Non pensare che il passato sia più bello del presente. Rischi di cadere nell'adorazione di questo, che nel frattempo si altera con l'effetto che hanno i ricordi e che ti deconcentra dal pieno vivere del tuo presente.
    2- Vivi più pienamente possibile il tuo presente. Questo non vuol dire far chi sa che roba.. ma sfruttare questo tuo tempo "in stasi" a tuo favore, concedendoti per esempio certi sfizi che ti piacciono o magari approfondendo qualcosa che ti attira e che non hai mai avuto modo di guardare meglio.
    3- Pensa poco al futuro, mettilo da parte per un po' di tempo. Il Futuro è proiezione di un qualcosa legato al passato (a volte vuole una rivincita, altre un'illusione che potrebbe essere portatrice di dispiaceri ). Anche il pensiero del tempo avvenire offusca il pieno godimento del presente. Questa chicca di pensiero l'ho rubata al mio amato Neruda ;)
    Sentiti bambina, come se fossi appena nata. Nulla a cui pensare, tutto da scrivere. Sentiti una neonata, ma con un anima già formata, con la sua naturale personalità... un'anima che può vivere una vita nuova e rivoluzionaria e che si merita, per suo naturale diritto, di trovare la sua felicità.
    Bacioni sinceri ;-) AIRES

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