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domenica 24 marzo 2013

Bang! #2 (la gita non fatta)

Quest'anno ho preferito evitare.

Londra era un posto in cui ero già stata per il triplo del tempo a parità di prezzo, e se dovevo buttare dalla finestra quattrocento e passa euro per tornarci con gente che, detta come va detta, degli sconosciuti sarebbero stati una migliore compagnia, tirando le somme, ho pensato che era meglio non andare.
Sono tornati da una settimana, ma parlano ancora tantissimo della gita - del resto, quella di Roma l'anno scorso non era stata tanto dissimile - e comunque tutto sommato non sono pentita di non esserci andata, anzi.

Se l'anno scorso in una certa misura nella mia classe mi ero iniziata a trovare bene, quest'anno, non si sa bene come, mi sento di nuovo completamente fuori posto, come una timina vicino a una guanina o come un lombrico nella Fossa delle Marianne, proprio non centro niente, niente di niente, con loro.
Mi immagino quanto sarebbe stato frustrante finire coinvolta in balle di gruppo, ritardi al limite dell'umanamente concepibile, avventure nelle fermate sbagliate della metropolitana, giri di shopping in cui tutti avrebbero avuto mete diverse dalla mia e soprattutto una più degna compagnia con cui fare acquisti improbabili, e altre cose di questo tipo, che succedono nelle gite di solito. Tutti erano completamente a proprio agio nei loro pianti alcolici e nel loro sentirsi fratelli e sorelle peace and love. Cosa ci andavo a fare io in quella specie di confraternita? L'accessorio? Il traduttore inglese-italiano/italiano-inglese? Il quattordicesimo incomodo? Un bagno nell'ipocrisia mia e altrui? Che bel divertimento.

Lunedì scorso, la cosa più traumatica e per certi versi anche abbastanza dolorosa e disillusoria è stata il rendersi conto che se in 7, tra cui io, erano rimasti a casa, mentre io mi ero fatta mille complessi e avevo finito con il distaccarmi definitivamente, gli altri 6 del loro non essere a Londra con gli altri non hanno risentito minimamente. Loro sono ancora nella classe, probabilmente anche più fratelli-e-sorelle-peace-and-love di prima. Io no.
Non so nemmeno io se di essere una parte di quel gruppo mi importa, mi fa piacere, o non me ne frega un emerito nulla. La cosa che sa di barzelletta è che tratto di merda tutti quanti e poi mi aspetto anche di essere considerata, compatita, acclamata, cercata. No ma dico, è giusto così. Quindi nel dubbio, mi sto distaccando e chiudendo tipo come un riccio, senza neanche volerlo.

Quindi alla fine sono messa così. Che ogni tanto faccio finta di essere anche solo minimamente legata a una, due, tre persone. Faccio finta d'andarci d'accordo, quel tanto che basta per non essere proprio un'eremita completa catapultata in una confraternita. Anche se alla fine in realtà sono sola.

Devo solo farci l'abitudine. Credo.

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