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sabato 3 novembre 2012

Eclissi.

Piango. Non so perché, ma piango, e se cerco di reprimere l'impulso dei miei muscoli facciali a contrarsi, è ancora peggio. Approfitto della solitudine della mia stanza, che una porta separa dal resto del mondo, e maschero i miei singhiozzi malcelati buttando la faccia sul cuscino e mettendo su musica a un volume ragionevole, o, se non altro, abbastanza alto perché si confonda con il mio respiro troppo forte.

Vivo in un mondo a parte, staccata dalla mia famiglia. Il pomeriggio e la sera li passo fissi chiusa in camera, non potendo - o non volendo - uscire. Unici momenti di dialogo, colazione, cena e due minuti quando i miei tornano dal lavoro. Non so da quanto tempo non sto seriamente con la mia famiglia. Per una volta, per una sola volta, ho provato a starci assieme, e peraltro eravamo anche a casa delle zie e inspiegabilmente mi sentivo particolarmente di buon umore e ben disposta. E i miei fratelli e io eravamo lì in un angolino ridendo e scherzando, ma senza far poi tutto sto gran trambusto. Ed era bello ridere con loro.

Ci ho provato. E cosa ho ottenuto? Mi sono presa della bambina e dell'infantile e sono stata costretta a sedermi da un'altra parte. Faccia al muro perché nessuno mi vedesse reprimere le lacrime. Mi provo a guardare allo specchio e, alla vista del mio riflesso, lo romperei volentieri con un calcio rotante, per rendere più giustizia alla mia immagine. Perché non mi sento più una persona. Sono solo un ammasso di briciole. Volto le spalle alla pietosa apparizione che è la mia immagine riflessa. Mi sorprendo un trenta secondi dopo, sempre cercando di non singhiozzare, il viso travolto dalla rabbia che picchia per uscire fuori, con due asciugamani bagnati che sanno di cloro in una mano, e l'altra mano che tamburella il ritmo di Guiding Light su uno scaffale della libreria.

Mi dico: "Non voglio vivere più qui."
E mi chiedo: "Dove andrò a finire?"


Sì, eclissatemi come se fossi il mucchietto di polvere raccolto dalla scopa, in un angolino della stanza.
Ormai non vi appartengo più. Ma aspettatevi di vedermi sublimare nel nulla non appena si aprirà una finestra.


Loved by numbers , you're losing life's wonder ; touch like strangers; detached, I can't feel you anymore.
The sunshine trapped in our hearts, it could rise again, but i'm lost, crushed, cold and confused with no guiding light left inside...

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