Cerca

venerdì 19 ottobre 2012

Influssi.

Fino a qualche tempo fa credevo fermamente nell'influsso del magico numero 19, partendo dall'egocentrico presupposto che, dato che è il giorno in cui sono nata, deve per forza portarmi fortuna in qualche modo, ovunque lo si trovi. E quindi tutti i 19 di ogni mese diventavano giorni speciali. Spesso, dato che ci credevo, lo erano anche. Ma poi ho scoperto che simili cose non accadono davvero sulla terra, e quindi ci ho dato un taglio.

Però però però, questa è stata proprio una giornatina niente male, piombata così dal nulla in un periodo in cui tutto sembrava andare, ecco, non dico storto, ma qualcosa del genere. Come se le cose si trascinassero in avanti trascinandosi e incespicando l'una sull'altra.
Beh, tanto per cominciare era l'ultimo giorno della settimana scolastica. Notare che per tutta la settimana ogni santo giorno mi ripromettevo di non andare a scuola, ma c'era sempre qualche buona scusa: il compito di questo, l'interrogazione di quell'altro, la spiegazione imperdibile di mate in prossimità di verifica, la dannatissima routine. E arrivata a stamattina mi sono detta, beh, ormai è l'ultimo e poi c'è il weekend, tanto vale. Ma la giornata scolastica non l'ho vissuta con odio, anzi, direi che mi trovavo abbastanza bene. E le tanto temute due-ore-di-mate-di-fila sono state meno traumatiche del solito, e le chiacchiere sulla carriera universitaria del prof di disegno sono state sostituite da flussi di coscienza e una lettera che qualche ora fa ho affrancato e spedito.
Poi, beh, poi c'è stato il fatto che oggi eccezionalmente all'una e un quarto già stavo pranzando, grazie all'ora di religione che non faccio e che mi fa tornare a casa prima. Il fatto di avere un'ora in più a disposizione mi ha fatta sentire tipo potente. E mi ha permesso di fare videochiamate a destra e a manca, una con il mio migliore amico, una con il mio ragazzo. E intanto si andavano facendo preparativi per un'ipotetica uscita che non si sapeva ancora se fosse pomeridiana o serale.
Quando i miei si sono decisi ad arrivare a casa, ho chiesto loro direttive per concretizzare l'ipotetica uscita. Il loro "fai quello che vuoi tu" è stato altisonante e liberatorio. Ero felice mentre mi ascoltavo gli Angels and Airwaves decidendo gli abiti da indossare alla pizzata. I Samalo che uscivano di nuovo insieme per una seratina. Qualcosa che aveva dell'incredibile.

E quindi la seratina, il momento clou della giornata, c'è stata eccome, e che seratina. Si sentiva che ci mancavamo tutti l'un l'altro, e abbiamo iniziato a fare balotta subito, riprendendo esattamente da dove ci eravamo interrotti, come solo tra veri amici si riesce a fare. Tra pizze, giri per il paese sotto la luce aranciata dei lampioni, sorbetti congela-meningi e una porzione di patatine maionese e ketchup, abbiamo parlato, riso, chiarito cose. Come un pezzo di stoffa strappato e sfilacciato in cui le fibre magicamente si riallacciano e ri-intrecciano, e tutto torna come prima.

Sarà che la storia dell'influsso del 19 è una cazzata, ma è stata una giornatina niente male lo stesso.

2 commenti:

  1. io so di non crederci davvero al fatto che a pagina 444 di ogni libro succeda qualcosa... xD ma alla fine qualcosa di particolare ce la faccio stare comunque xD forse è una forma di pazzia, ma al diavolo è tremendamente divertente e mi fa sentire speciale :P un abbraccio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione Esmeril, le cose sono speciali perché siamo noi a dar loro importanza :) un abbraccio anche a te!!

      Elimina