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giovedì 30 agosto 2012

Ingiusto.

Dice il saggio zio Terry, in "Soul Music":
You could say to the universe, this is not fair. And the universe would say: Oh, isn't it? Sorry.
E ha ragione. Per quanto ingiusta possa essere una cosa, continuare a ripetere che è ingiusta sicuramente non è la soluzione al problema.

Però io dico che è ingiusto lo stesso, ecco. Ok, ammettiamo che trovi la perfezione da qualche parte, per caso o per sbaglio o in altri modi fortuiti e misteriosi. Vivi nella perfezione, la perfezione più dannatamente assoluta, per due settimane. Ti crogioli nei sentimenti più intensi e svariati per un tempo che vorresti non finisse mai e poi mai e poi eccetera, per tutto il tempo stai dannatamente bene, e dico, dannatamente. Tutto ciò tentando di scacciare l'antipatica consapevolezza che prima che tu te ne renda conto sarà tutto finito. Eviti di pensarci, ma lo sai, in fondo, e in un angolino, silenzioso, scorre lentamente il countdown mentale alla distruzione del paradiso. E quel momento arriva, per quanto possa essere ingiusto, e ti divide dall'ingrediente della tua perfezione personale. Lacrime, singhiozzi, perfino fare come se nulla fosse e tentare di spassartela serenamente per gli ultimi momenti, ma niente. Devi lasciare andare tutto per forza, non dipende da te. Ti servono tutte le tue forze per poter prendere coscienza del fatto che una parte di te si allontana, e tu ti allontani da lei viaggiando in direzione opposta. E assieme sareste perfezione. Oh, non è la fine, certo. Ma dentro di te sai che non se ne esce vivi, da questo genere di cose.

E no, che non è giusto!, urla strepitando il mio cuore all'universo. E l'universo si scusa seraficamente e la vita prosegue comunque il suo corso. Indipendentemente dai miei desideri e dai miei progetti. Posso versare lacrime fino a disidratarmi del tutto ascoltando canzoni che mi ricordano cose. Posso affidarmi a una speranza cieca, spietata e random, illudermi che le cose andranno bene, desiderare che avvenga l'immediata riformazione della Pangea o l'invenzione del teletrasporto. Posso ordire una ribellione mentale nei confronti della generazione che precede la mia. Ma a che pro? Non cambierebbe niente. Quei chilometri e quel mare rimangono sempre lì in mezzo, bastardi! In qualche sdolcinato film sentimentale la realtà si deformerebbe, plasmata dalla voglia immane di ridurre la distanza. Ma la realtà fa schifo, è un fatto risaputo. Simili cose non accadono sulla Terra. Oh, ma perché? Coppie che non potrebbero essere assortite in modo peggiore, nella stessa città. Contemporaneamente, persone che non potrebbero trovarsi meglio costrette a stare lontanissime, con tutte le buie e deprimenti prospettive che tutto ciò comporta. Che poi, fossimo maggiorenni sarebbe già qualcosa. Almeno riuscirei ad avere il diritto di fare quel che credo. Invece sono dipendente, e, come se non fosse già abbastanza, sono dipendente da persone dalla mentalità rigida e superficiale nei miei confronti, accoppiata non esattamente ideale quando ti trovi in una storia a distanza che ti fa struggere e distruggere.

Però tutto questo non mi potrà mai privare della mia determinazione nell'andare avanti in questa storia, ovunque mi potrebbe portare. Il sole continua a sorgere e tramontare tutti i giorni nonostante le mie lamentele sull'ingiustizia del mondo? Oh, ma che paura. Tanto la volontà di trovare una strada per andare avanti è mia, non sarà il moto di rotazione terrestre a privarmene. Armata fino ai denti, la mia volontà. Da lì non la schioda nessuno, l'unica persona che potrebbe farlo è dalla mia parte. Per adesso. Quindi, mondo, questa è una ripicca anche nei tuoi confronti. Perché anche se sono cresciuta in un contesto già di per sé difficile, anche se ci sono tutti i possibili impedimenti del caso contro di me, anche se è dura, non m'importa. Non mi fermerai, non mi fermerete. Posso perseguire il mio scopo finché voglio.

E ce la farò, prima o poi, è una promessa.

2 commenti:

  1. mary blue, come capisco..."E l'universo si scusa seraficamente e la vita prosegue comunque il suo corso. Indipendentemente dai miei desideri e dai miei progetti."
    sembra sempre che dobbiamo "abbozzare", per così dire... sopportare, perché alla fine, cosa diavolo importa al resto del mondo di noi? lui va avanti lo stesso...

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    1. Esatto, credo che una volta compreso a fondo questo fatto nella vita si impari a porsi molti meno problemi, o perlomeno, a darci meno peso se non possiamo farci niente.

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