Cerca

venerdì 8 giugno 2012

La fine dell'inizio, o l'inizio della fine, o una fine che è diventata un inizio. Non lo so.

Quanto detesto gli addii. In quest'ultimo periodo ce ne sono stati veramente troppi. Forse sarà per questo che mi sembra di sentirmi così svuotata.

Oggi per parecchi, tra cui me, è stato l'ultimo giorno di scuola, e in molti ne parlano con grida di giubilo, commenti goliardici e godimento profondo nel sapere di poter restare a letto domani mattina. Beh, l'aspettativa di un'estate tranquilla e di mattinate all'insegna del dolce far niente è molto allettante, devo dire. E anche disattivare la sveglia perennemente puntata ad orari strambi è stato un momento che entrerà nella storia. Però oggi, mentre voltavo le spalle alla scuola, dopo averle lanciato un ultimo sguardo nostalgico, lì sola in cima ai gradini, mi rendevo conto che stavo voltando le spalle ad un anno di passato, un passato a cui ero molto, troppo attaccata. Sul momento è stata dura, sarei voluta restare lì con i miei compagni a festeggiare in eterno. Sono momenti che vorresti non finissero mai, mai. E invece la campanella ci ha colti di sorpresa, mentre eravamo intenti a scattare una foto di gruppo. E così, finite le foto e salutato tutti, mi sono avviata verso casa. E mi sono lasciata alle spalle tutto. Ma dagli abbracci che ho dato in lungo e in largo, deve essermi rimasta addosso qualche reminiscenza di profumo di marca. L'odore delicato che ogni tanto mi arrivava alle narici mi sembrava vischioso come tutti i ricordi che non riesco a lasciare andare.

Ora come ora inizio a rendermi conto di quanto io sia dannatamente legata al mio passato. Conservo tutto, scrivo tutto, e tutto quello che conservo e che scrivo ha la sua data di fianco, e ha il suo perché. Ho paura di dimenticarmi qualcosa per strada, di non poter rivivere mentalmente queste giornate, nemmeno con il ricordo. Così archivio, ammucchio, raccatto. Brandelli di passato che si accumulano ovunque, nei cassetti, sugli scaffali, negli interstizi, un po' come la polvere. Devo avere la sicurezza mentale che, se anche dovessi dimenticare, tra diari, biglietti usati e mille altre forme di archiviazione dei ricordi, potrei ricostruire tutte le emozioni vissute e le cose successe. Il problema è che poi non dimentico. Anche quando vorrei o dovrei. Potrei buttarmi tutto alle spalle, tanto avrei la sicurezza di poterlo recuperare quando voglio. Eppure non ci riesco, il ricordo in sé mi resta più attaccato addosso di quanto non riesca a fare quel ciondolo, quel quadernino o quella massa di biglietti usati. Stanno diventando veramente tanti. E' come un circolo vizioso. Prima ho paura di perdere i ricordi, e quindi li collego a degli oggetti; poi, ho voglia di dimenticare ma non ci riesco, perché ci tengo troppo; e poi, quando finalmente la mia mente trova la forza o la distrazione sufficiente per mettere da parte quei ricordi, saltano fuori gli oggetti, ed ecco che quello a cui tengo diventa anche quello che odio di più. (vi starete chiedendo se ho idea di quello che ho appena scritto. Ebbene no, non ci ho capito niente nemmeno io).

Non faccio che ripetermi da ore "coraggio, coraggio, hai un'intera estate davanti a te e tutto il tempo che vuoi". I ricordi di questi giorni verranno sopraffatti da altri. Spero che sia così. Perché altrimenti potrei morirne.

E perché continuo a fare la parte della donna vissuta schiacciata dal peso del proprio passato, quando ancora di anni ne ho solo quindici e tutto sommato non sto neanche tanto male nella mia situazione attuale?

Bah. Intanto, avevo cominciato a parlare di numerosi addii. Come tanti racconti che giungono a una fine. La fine è sempre qualcosa che lascia l'amaro in bocca, perché ti aspettavi un seguito. Come seguire una serie a fumetti e scoprire un bel giorno che sei arrivato all'ultimo numero. Però, a differenza dei fumetti, gli addii e le fini, almeno nella maggior parte dei casi, non corrispondono ad altro che a nuovi inizi. Come dicono i Linkin Park, the hardest part of end is starting again (il fatto che queste parole siano inserite in una canzone che fa parte dell'ultimo album e si discosta notevolmente dalle sonorità nu metal a cui i LP si attenevano all'inizio è meramente un dettaglio. E' una canzone meravigliosa in ogni caso, e le parole si adattano perfettamente alla situazione). E queste vacanze sono appena cominciate. Quindi domani ho seriamente intenzione di svegliarmi con la mente del tutto libera da tutti questi ricordi opprimenti. Forse ce la farò, o forse no. Ma un'estate come quella che è appena cominciata, non posso certo bruciarmela con le lacrime :)

2 commenti:

  1. Sono assolutamente d'accordo con la tua conclusione!!
    Goditi quest'estate e fai in modo che si riempia di ricordi che, nel bene e nel male, ti accompagneranno tutta la vita!
    Anche io ho la tua stessa fissazione di conservare tutto, per non dimenticare, e anche le cose che un tempo mi facevano rabbia o mi rendevano triste, quando le guardo adesso mi accorgo di quanta strada ho realmente fatto e di quanta ancora ne devo fare...
    E sono arrivata a elaborare una conclusione in questi giorni che "la fine" la sto vivendo anche io: finiscono tante cose, tanti se ne vanno, ma tanti che ancora non conosciamo incontreremo e neanche immaginiamo ciò che saremo fra un anno (o anche meno)... la Fine è una sola, tutto il resto sono attimi di Vita che vanno vissuti intensamente per renderla degna di essere tale.
    Un abbraccio :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, per questo non si fa che ripetere che la vita è troppo breve per i rimpianti :)
      un abbraccio anche a te!

      Elimina