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venerdì 27 aprile 2012

Ma... Ma... Ma... (quando il subconscio si sconvolge)

Oggi è una giornata di quelle, ma di quelle! Di quelle stocastiche, ecco. Di quelle che il colpo di scena è sempre dietro l'angolo, di quelle che per quel che ne so tra cinque minuti potrei essere, non lo so, nel paese dei folletti!

Mettiamola così... dunque, quando la giornata è cominciata ero già profondamente stanca. Non so perché non sono rimasta nel mio letto a ronfare... Anzi, so il perché. L'ennesimo compito di biologia. Rimandato praticamente di un mese. Mancare oggi solo per pigrizia (o come preferirebbe dire la prof, per un attacco di chimichite acuta) sarebbe stato non esattamente coerente, e anche ingiusto, ma questi sono altri discorsi. Quindi, mi sono preparata, con la velocità di un bradipo morto di sonno, alla giornata scolastica e al pomeriggio preaccademico. Senza la minima voglia, ci terrei a precisare. E arrivata a scuola, c'è stato un momento in cui, subito prima della lezione di ginnastica, mi sono sentita invisibile. Le mie compagne, tre da una parte a farsi i fatti loro, due dall'altra a spettegolare, e io che non c'entravo con i loro argomenti di conversazione e con le loro chiacchiere da salotto. Ma poi è passato. Solo, credevo non mi sarebbe capitato più. Ce n'è voluto di sostegno morale e training autogeno per non metter su un muso chilometrico e affrontare positivamente le due ore di educazione fisica.
Meno male che oggi, di ore d'informatica, anziché due ce n'era una sola - l'altra è stata brutalmente sostituita con un'ora di Italiano... così per sport, credo. C'è un tale caos in laboratorio. Due ore, nelle condizioni in cui mi trovavo oggi, sarebbero state da crash del sistema nervoso. L'ora successiva è allegramente passata con me che fingevo di ascoltare attentamente la parafrasi di "Alla Sera" di Foscolo (e non me ne vogliate per questo, la poesia mi piace, le opere di Foscolo in particolare, ed effettivamente la parafrasi me la sono scritta perché mi tornerà utile e non poco), mentre in realtà ripassavo biologia, cercando di capire cosa diamine fosse l'AMP ciclico e memorizzare l'importante funzione mistica dei recettori... tutte cose che riguardavano un processo esistenziale che si chiamava tipo trasduzione del segnale... cose che in verifica non ha chiesto, in realtà. Tanto meglio per me, ero preparata e ho fatto il mio compito felice e contenta, liberandomi di una delle grandi ansie della giornata.

La mia preoccupazione successiva era il conservatorio. Prima, la lezione di chitarra, che però non mi dava tanta ansia, tanto ormai è un periodo che bene o male suono sempre; poi, la lezione di solfeggio. Ecco, quella sì che mi fa accapponare la pelle ogni volta. Parlati, dettati (che puntualmente faccio cinque minuti prima di uscire), setticlavio (di cui mi domando l'utilità effettiva, ma che devo studiare per evitare lavate di capo e bocciature indesiderate)... i cantati sono l'unica cosa che mi piace sinceramente. A separare scuola e conservatorio, due ore di tempo per pranzare e prepararmi psicologicamente, un'ora di treno in cui solitamente ripasso i tanto odiati parlati, e venti minuti di camminata (oppure, se sono fortunata, dieci minuti di bus). Ebbene, a causa di molte e lunghe peripezie, mi sono ritrovata a fare tutto il viaggio in treno chiacchierando allegramente del più e del meno con due perfetti sconosciuti (di cui uno, addirittura, una volta mi piaceva, anche se non c'avevo mai parlato). Le vie del destino sono strane. Ma strane forti. Sta di fatto che è stato il viaggio in treno più surreale della mia vita. Dopodiché, una volta scesa dal treno e incamminatami verso l'autobus, sono incappata in un'altra ex cotta storica (che non mi ha riconosciuta, anche se sarebbe stato divertente vedere la sua reazione). In tutto ciò, il caldo era atroce, praticamente estivo, e tra viaggio in treno (in cui il sole mi picchiava costantemente in faccia) e la caratteristica afa bolognese, specialmente oggi, poi, che c'è un caldo praticamente estivo, stavo più o meno andando in ebollizione. Tutto quel che vedevo poteva benissimo essere un miraggio, chi può dirlo?

E alla fine, al conservatorio, è andata a finire nel seguente modo: con il prof di chitarra abbiamo concordato il programma per l'esame di conferma, e l'anno prossimo sarò ufficialmente al quarto anno; la prof di solfeggio, invece, è stata trattenuta per almeno dieci minuti da un ex alunno, e questo, oltre al fatto che abbiamo parlato per più o meno mezz'ora e perso del tempo in ciance varie, ha implicato che ci abbia chiesto solo un po' di setticlavio (che, stranamente, avevo studiato!). In conclusione, sono uscita da lì che ero proprio contenta, cosa per me abbastanza rara. E so già che quando sarò in quarta superiore dovrò fare l'esame di quinto anno per chitarra e l'esame di licenza per solfeggio. Avere i prossimi anni già pianificati mi dà uno strano senso di tranquillità, come se ora avessi un'incertezza in meno e potessi concentrarmi di più sul resto. Sono profondamente sconvolta, ma la mia vita mi piace.

Ora, se, come ho detto prima, già stamattina avevo sonno, figuratevi adesso come posso essere messa. Meno male che mi aspettano ben quattro giorni senza scuola. L'ultimo momento di riposo prima del rush finale, tra spettacoli di teatro, saggi, masterclass, verifiche, interrogazioni, esami di conferma, esami di inglese, feste di fine anno e impegni ovunque. Mi viene sonno solo a pensarci! x_x

1 commento:

  1. A tutti noi capitano giornate "sonnolente" durante le quali appena abbiamo messo un piede fuori dal letto già desideremmo coricarci di nuovo e scivolare in un sonno profondo... Il problema è che (almeno che non sia festa) abbiamo degli impegni degli orari da rispettare... Tranquilla, sono solo momenti che passano! :)

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