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giovedì 2 febbraio 2012

Altalena.

Da piccola era il mio passatempo preferito, se capitava che io andassi al parco. E non nego che anche adesso, se non c'è gente e mi trovo a passare da lì, un giro in altalena lo faccio. Mi libera. Che sia freddo, caldo, inverno, estate, mattina, sera. Dal momento in cui mi siedo e inizio a spingermi non penso più a niente, chiudo gli occhi e sento solo l'aria che mi passa tra i capelli e mi accarezza il viso. E' l'unico sistema senza effetti collaterali che ho di passare dieci minuti senza paranoie, senza lui/lei-è-migliore-di-me, senza nessuno-mi-ama. Ma non è semplicemente questo. E' che andare in altalena mi aiuta proprio a elaborarli, i pensieri negativi. Può sembrare un discorso strano di una persona pazzoide (e in effetti lo è), ma se ho passato quello che ho passato, la mia resistenza alle delusioni è molto scarsa ma comunque sono qui per raccontarlo, un motivo penso che ci sia.

La cosa brutta è che l'altalena piace tanto anche al mio umore, che certe volte si diverte a cambiare repentinamente da un momento all'altro. Come l'altro giorno. O come il primo giorno di scuola. E non è affatto piacevole, per me. Sì, insomma, è stressante iniziare a disperarsi per delle bazzecole e dieci minuti dopo fare i salti di gioia per motivi altrettanto futili. Più che altro è qualcosa che non mi spiego. Ok, è assodato che basta un gesto o una parola per cambiare diametralmente l'andamento di una giornata, ma le mie giornate cambiano andamento più o meno sei o sette volte nell'arco di 24 ore... E non penso sia normale.

Nevica ancora, e ancora, e ancora. Smette solo di notte. Per domani però hanno messo sole. Ma intanto le scuole sono chiuse lo stesso, e io passo le mie giornate a bighellonare, bighellonare, bighellonare. Beh, direi che male non mi fa, dato che di norma sono sempre piena fino al collo di impegni...

Ok, vado a bighellonare ancora un po'.

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